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TESTO Il Signore mi è vicino e mi dà forza

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (27/10/2013)

Vangelo: Lc 18,9-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 9disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Gesù continua l'insegnamento sulla preghiera. Preghiera di ringraziamento: uno dei dieci lebbrosi guariti che torna a ringraziare. Pregare sempre senza stancarsi mai: parabola della vedova insistente. Oggi la parabola del fariseo e del pubblicano. Gesù insegna la preghiera umile, penitente, sincera, la preghiera di chi si sente davanti a Dio veramente povero, bisognoso di tutto. E Dio scolta ed esaudisce la preghiera dei poveri che sono in necessità e dei poveri in spirito, di coloro cioè che non presumano, ma sentono tutta la loro piccolezza e povertà, tutte le debolezze e i peccati della propria vita. "Il Signore ascolta la preghiera dell'oppresso, non trascura la supplica dell'orfano e della vedova". Il pubblicano del vangelo tornò a casa sua giustificato, perché chi si umilia, sarà esaltato. Ecco la preghiera umile e fiduciosa.

Ma oggi vorrei soprattutto sottolineare quanto S. Paolo nella Lettera a Timoteo afferma in un bilancio della propria vita. Abbiamo una pagina sublime della consapevolezza di Paolo, della sua missione evangelizzatrice, della sua fedeltà all'amore del Signore.

"Sto per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita". La vita è un cammino, è una corsa, verso l'eternità, verso la pienezza che Dio; siamo un'offerta davanti a lui.

"Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede". E' una sintesi essenziale e meravigliosa di tutta una esistenza: la vita, combattimento e impegno, per il vangelo. Soprattutto la fede: che è accoglierla presenza di Dio nella propria vita e vivere per Lui. Ho conservato la fede; forse si può anche perdere. Ci deve essere la preoccupazione di conservare, accrescere, far fruttare la fede. Sento molto forte questa espressione di Paolo, soprattutto in questo anno della fede e nella mia vita che è scelta di Dio e aiuto alla fede delle persone. Paolo crede nella vita eterna che il Signore dà ai suoi servi fedeli.

Paolo ripensa ad alcuni momenti difficili nella sua opera di evangelizzatore. Sente l'amarezza dell'abbandono dei suoi, li ricorda e vive verso di loro il perdono e ancora una volta dichiara ed esalta la bontà e la grazia del Signore. "il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché portassi a compimento l'annuncio del vangelo per la salvezza delle genti. Molta profonda questa affermazione che vorremmo fare nostra: "Il Signore mi è vicino e mi dà forza".

Poi la speranza che è la certezza che Dio porterà a compimento la sua opera di salvezza: "Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli".

Paolo vive ed esprime la sua fede nella carità del vangelo. "Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza perché io potessi portare a compimento l'annuncio del vangelo e tutte le genti lo ascoltassero". Siamo nel mese missionario. Possiamo pensare a quante persone hanno risposto alla vocazione di Dio che li ha chiamati all'opera della evangelizzazione. Tra i tanti vorrei ricordare due donne della nostra terra: Annalena Tonelli, che ha offerto la sua vita in sacrifico in un amore totale nella terra desolata di Somalia e Caterina Savini, missionaria laica, che già da 50 anni opera in mezzo ai malati e ai lebbrosi dello Zimbawe.

Così ciascuno di noi può imparare a vivere la propria missione per il vangelo e per Gesù Cristo negli ambienti in cui si trova e col cuore aperto al mondo.

 

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