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TESTO A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto

Riccardo Ripoli   Amici della Zizzi

Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (23/10/2013)

Vangelo: Lc 12,39-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,39-48

39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.

47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

A volte si guarda al vicino di casa, al compagno di scuola, al collega di lavoro e vediamo che fanno poco o nulla, non lavorano come dovrebbero, non studiano, non si applicano nelle cose che sono chiamati a fare, ed un po' ci adagiamo sugli allori vedendo che noi facciamo più di loro. Pian piano ci adattiamo alla situazione e cominciamo a fare sempre meno. Contribuiamo così ad un peggioramento del mondo, ad insegnare ai nostri figli a non dare il massimo, a fare il minimo indispensabile per vivere, per essere promossi, per non essere licenziati. Ma che follia. Avere un tesoro e non usarlo per indolenza, avere delle capacità e non investirle, avere la possibilità di migliorare la nostra vita e di coloro che ci sono accanto e non farlo.

Ognuno di noi ha delle capacità, c'è però chi dalla vita ha ricevuto più di altri ed è per questo chiamato a dare di più. E' come se la mamma desse ai tre figli dei soldi, al primo dieci euro, al secondo cinquanta ed al terzo cento chiedendo loro di andare a fare la spesa per provvedere alle necessità della famiglia, ed il primo tornasse, povera stella, con un sacchettino di frutta, non poteva prendere di più, il secondo con dici chili di carne, ma il terzo rientrasse in casa soltanto con una bottiglia d'acqua. Al momento di andare a tavola ci sarà la carne per tutti, la frutta per tutti, ma mancherà da bere. Chi ha più degli altri ha un suo ruolo, ma se manca di fare il suo dovere non è il solo a rimetterci, fa un danno all'intera collettività che conta su di lui, sulle capacità ricevute in dono per nutrirsi, per progredire.

 

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