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TESTO Commento Luca 9,11-17

padre Paul Devreux

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (13/06/2004)

Vangelo: Lc 9,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Oggi festeggiamo il Corpus Domini, cioè il dono del Corpo di Gesù che
riceviamo nell'Eucaristia.

Nella messa Gesù mi viene incontro offrendomi la possibilità di vivere in

comunione con lui. Fondamentalmente lo fa in due modi, così come fece il

giorno della moltiplicazione dei pani: donandoci la sua parola e il suo
corpo, cioè tutto se stesso.

Se vado a messa è perché desidero questa comunione con il Signore. Ma la

messa è fatta di due momenti: Uno in cui ricevo la parola del Signore,

ascoltando passivamente, e un altro in cui per ricevere il Signore devo

muovermi e allungare la mano, manifestando fisicamente e pubblicamente il

mio bisogno del Signore. Questo è un momento bellissimo, ma anche tremendo,

che richiede una grande umiltà, perché a nessuno piace manifestare

pubblicamente il proprio bisogno. Ricordo la frase di un amico al quale

quando gli si chiedeva perché vai a messa, rispondeva: "Perché non mi
vergogno".

Io non mi vergogno di andare a comprare il pane, perché lo pago; ma mi

vergogno di andare a chiederlo, se non ho soldi per pagare. Così è per tutte

le cose. La comunione con il Signore non posso pagarla, devo chiederla,

tendendo la mano da povero. E' un momento bellissimo, ma che richiede un

contesto molto particolare, in cui io mi senta libero di farmi vedere

povero. E' bello venire a cercare il Signore in chiesa, quando non c'è

nessuno, e sono al riparo da sguardi poco casti. Ma è ancora più bello

trovare nel Signore la forza per riuscire ad essere me stesso sempre. Questo

è uno dei doni che il Signore vuole farmi donandomi se stesso: la libertà di

vedere e accettare il mio bisogno, che mi dà anche la capacità di capire i
bisogni degli altri e di accoglierli.

E' bello vivere il momento della distribuzione dell'eucaristia tenendo gli

occhi bassi, pensando solo al mio bisogno di incontrare il Signore, e stando

molto attento a non guardare chi la fa e chi non la fa', perché rischio di

essere cattivo e di fare del male, proprio quando ho il Signore dentro di
me.

Signore insegnami ad accogliere te e il mio bisogno di te, liberamente e
pubblicamente.

 

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