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TESTO Commento su Luca 18, 4-5

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XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (20/10/2013)

Vangelo: Lc 18, 4-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,1-8

In quel tempo, Gesù 1diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

"Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi"
Lc 18, 4-5

Come vivere questa Parola?
Come si fa a parlare della preghiera? Ecco che san Luca per fare questo sceglie un approccio alla questione decisamente poco teorico e magari neanche molto ortodosso. Parte individuando tre elementi e con essi racconta e rappresenta la preghiera efficace: che cos'è, come la si fa', che cosa muove e che cosa ottiene.
I tre elementi sono molto comuni, decisamente universali, dunque comprensibili a tutti: una donna bisognosa, un giudice antipatico e senza molti scrupoli e l'insistenza! Due persone e un atteggiamento. Due persone che entrano in relazione, una relazione avviata dal bisogno di giustizia della donna e definita da questa insistenza. Che sembra personificarsi e diventare l'anima di questa relazione. Insistere etimologicamente è "stare sullo star fermo", dunque pesare su un punto, intensamente radicarsi, non mollare! L'insistenza crea tra i due un punto fermo, che li obbliga a gravitare, a ricapitolarsi attorno ad esso. Il giudice, nel suo essere senza timore e senza riguardi vive l'insistenza della donna come fastidiosa caparbietà, ostinazione, fissità. Ma si coniuga ad essa! La donna invece la vive come intensità, coraggio, perseveranza. I due fronti si incontrano, si scontrano e in questa dinamica si trasformano, lasciando spazio alla giustizia. Il giudice è obbligato a volgere lo sguardo e prendere in considerazione una situazione che non voleva conoscere, la donna porta il suo bisogno e riceve una giustizia che forse ridimensiona il bisogno stesso e lo rinomina. L'insistenza nella relazione permette di concertare un nuovo centro di gravità, che trasforma i soggetti della relazione stessa. La preghiera di richiesta anche in questo brano del vangelo si rivela come luogo di conversione, come spazio che fa crescere e tendere ad una conoscenza superiore di quella che ci spinge a chiedere. La preghiera di richiesta ottiene, non tanto l'oggetto della richiesta stessa, ma una nuova relazione, un'intimità non precedentemente pensata tra i soggetti che si sono messi in relazione.
Signore, fa' che l'insistenza accompagni il mio modo di mettermi in relazione con te e trasformi i miei desideri, i miei bisogni, le mie prospettive secondo la tua volontà. E il mio chiedere ti porti il bisogno di giustizia del mondo, sapendo che il tuo cuore si muoverà e trasformerà già ora la realtà.
La voce di un Santo
La preghiera deve essere insistente, l'insistenza denota fede!

Padre Pio
Commento di Sr Silvia Biglietti FMA silviabiglietti@libero.it

 

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