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TESTO Commento Luca 9,11-17

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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (13/06/2004)

Vangelo: Lc 9,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

NESSO TRA LE LETTURE

Quanto è consolante pensare che Dio stesso viene incontro alle nostre miserie e si prende cura di noi e ci sostiene nelle difficoltà della vita! Questa è l´idea che raccogliamo dalla meditazione della liturgia della solennità del Corpus Domini. La prima lettura ci mostra il Re-sacerdote di Salem (Gerusalemme) Meclhisedek che offre pane e vino e benedice Abramo. Questo personaggio misterioso è immagine, secondo il salmo 110, del Re David, che allo stesso modo è simbolo del Messia. Nel vangelo vediamo che Gesù stesso, il vero Messia, si offre agli uomini come alimento. È quasi una prefigurazione del banchetto messianico degli ultimi tempi. Vediamo Gesù che viene per rendere libero il suo popolo, ma non con una liberazione politica o militare, come molti credevano, bensì mediante il suo sacrificio e la conversione dei cuori. Gesù ci offre il pane di vita che è il suo corpo ed il suo sangue, come testimonia solennemente Paolo nella seconda lettura. Ed in questo gesto si rivela l´amore più grande.

MESSAGGIO DOTTRINALE
1. Il Signore prepara un banchetto.

Sappiamo che nella Bibbia l´immagine del banchetto assume un profondo significato. È immagine degli ultimi tempi e della beatitudine e del gaudio alla fine del mondo. E, infatti, nel vangelo di questa domenica, assistiamo ad un banchetto molto particolare. Le persone che hanno seguito Gesù, al calar della sera, si ritrovano in un´area desolata, senza scorte di cibo né altre comodità, e senza la possibilità di ricorrere a qualcuno che possa soddisfare le loro necessità. Qui, in mezzo al deserto, nel buio della notte, Dio ripete i prodigi e le imprese che in altri tempi compì a favore d´Israele. Nella notte del mondo si rivela una realtà meravigliosa: Cristo, il Verbo incarnato, sta in mezzo a noi e ci offre l´alimento necessario per affrontare il cammino. Egli stesso ci guida e ci nutre.

Il brano della moltiplicazione dei pani rivela l´amore di Cristo ed il suo atteggiamento vero l´uomo. Il Signore chiede ai suoi discepoli di seguirlo, ed egli li istruisce e li invita a fare a meno delle loro umane certezze. Essi si ritrovano nel deserto, privi di qualsiasi umano sostegno, e sentono che le ombre della sera stanno calando e che presto, molto presto, verrà la notte e sarà buio pesto. Chi non ha mai provato qualcosa di analogo nel corso dei suoi giorni? Chi non ha mai sperimentato l´incombere della notte, l´incertezza delle cose umane? È proprio in quei momenti che Cristo si fa più presente per offrirci il pane vivo, cioè per darci come sostentamento il suo stesso corpo, che è stato offerto in sacrificio. Grazie a questo sacrificio, sappiamo che abbiamo già ottenuto la riconciliazione col Padre, e che apparteniamo alla famiglia di Dio. È questo alimento spirituale che ci sostiene nelle vicissitudini della vita, tra le ombre notturne che sembrano avvolgere il mondo intero. Cristo Eucaristia è il grande amico che sta sempre incondizionatamente accanto a noi e ci offre continuamente il suo amore. L´esperienza ci dimostra che, nel mezzo delle pene più grandi, ciò che sostiene la fede dei coloro che soffrono è l´eucaristia. È la possibilità di partecipare al sacrificio di Cristo e di alimentarsi con la santa comunione. Fu proprio così che, nell´atrocità dei campi di concentramento nazisti, durante la seconda guerra mondiale, restarono fedeli sacerdoti come Titus Brandsma, Karl Leisner.

2. La fede Eucaristica.

La nostra fede nell´eucaristia suppone principalmente tre cose: in primo luogo, credere nella presenza reale di Cristo nel sacramento. In realtà, Cristo è veramente, realmente e sostanzialmente presente nell´Eucaristia. Questa verità è quanto di più consolatorio si possa pensare. Dio stesso, incarnato, fatto eucaristia, si trova lì nel tabernacolo per accompagnarci nel nostro peregrinare terreno. Il cristiano deve contiunuamente ravvivare la sua fede in questo grande mistero. È, dunque, utile e conveniente venerare questo sacramento attravero la partecipazione a processioni, ore eucaristiche, adorazioni notturne, visite spontanee... In queste esperienze si sperimenta l´amore che Dio ha per gli uomini e si riceve l´energia necessaria per vivere cristianamente.

In secondo luogo, la fede ci invita ad affermare il carattere sacrificale della Messa, cioè che la Messa è un vero sacrificio. È l´anticipazione sacramentale del sacrificio cruento della croce. Per questo motivo, ogni volta che si celebra l´eucaristia si ripete e si rinnova quel sacrificio e si offre una degna lode a Dio. Quando condividiamo l´Eucaristia sapendo che essa è un autentico sacrificio, percepiamo tutta la sua grandezza, ne riceviamo tutti i suoi frutti e ci viene offerta l´opportunità di unire i nostri sacrifici al sacrificio di Cristo.

In terzo luogo, la fede eucaristica ci porta alla pratica della comunione frequente, ove possibile anche quotidiana. L´Eucaristia è sostentamento per il cammino. Il percorso della vita umana e cristiana è un cammino superiore alle nostre forze. Nessuno può perseverare nel bene e restare lontano dal peccato senza l´aiuto divino, che viene dall´alto.

SUGGERIMENTI PASTORALI
1. Formazione eucaristica.

In famiglia, spetta soprattutto alla mamma il compito di iniziare la formazione eucaristica dei figli. Se fin dalla più tenera età i bambini si abituano a trattare Gesù con familiarità e rispetto, se lo sentono presente e sanno che è Dio stesso che vive tra di loro, inizieranno un cammino di "vita eucaristica". Cioè troveranno nell´Eucaristia quell´amore divino che è indispensabile per procedere sicuri lungo la vita. I genitori possono e devono educare i loro figli in questa vita eucaristica. Possono farlo con la loro parola e con il loro esempio. Se la loro parola nasce da una vera contemplazione eucaristica, sarà carica di forza ed efficacia. Arriverà dritta al cuore dei loro figli. D´altra parte, il loro stesso esempio confermerà le loro parole. Sarà l´esempio dato con la partecipazione alla messa domenicale o con la frequenza nell´avvicinarsi al sacramento della penitenza e dell´eucaristia, o semplicemente facendo visita di tanto in tanto al sacramento ecuaristico. Queste cose restano profondamente impresse nella mente e nel cuore dei bambini e dei giovani. Niente invoglia altrettanto a pregare davanti all´Eucaristia, quanto vedere il proprio padre o la propria madre che lo fanno con singolare fervore.

2. La comunione e la confessione frequente

La vita cristiana si alimenta per mezzo dei sacramenti. Sono questi che ci danno la grazia per vivere come dobbiamo, facendo fronte alle nostre responsabilità e ai nostri doveri. La confessione frequente ci permette di purificare le nostre anime, accresce la delicatezza di coscienza, ci previene dalle nuove cadute, arricchisce la conoscenza di sé e la vera umiltà. Oggigiorno si corre il rischio di avvicinarsi alla comunione senza essere debitamente disposti, solo perché si partecipa ad un matrimonio o ad una prima comunione. Certo, è importante favorire l´accostarsi alla comunione, ma allo stesso tempo bisogna invitare tutti a farlo con le debite disposizioni. Se si abbandona la confessione, a poco a poco si perde la delicatezza di coscienza e la fedeltà di fronte alla verità. Esortiamo tutti alla confessione frequente, quale miglior preparazione per una piena vita eucaristica.

 

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