TESTO Commento Giovanni 16,12-15
Santissima Trinità (Anno C) (06/06/2004)
Vangelo: Gv 16,12-15
«12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Oggi la Chiesa c'invita a contemplare la Trinità.
Perché Dio ha ritenuto opportuno rivelarsi trino? Non bastava che si
rivelasse come Dio unico, creatore e Onnipotente?
Riuscite ad immaginare un Dio solo, perso nell'universo, che grida ai
quattro venti: "io sono l'amore e la vita". A chi lo grida? Che senso
avrebbe? Sarebbe ridicolo. L'amore autentico genera.
L'amore di Dio doveva generare qualche cosa, e ha generato, per quanto ne
sappiamo da ciò che ci ha rivelato di se, per lo meno un figlio.
Anche l'amore del Padre e del figlio qualche frutto doveva darlo. Ed ecco lo
Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio, che ci dà la vita e ha
parlato mediante i profeti.
Certamente tutta la creazione è un frutto di quest'amore, nel quale viviamo
immersi, come un pesce nell'acqua.
Penso che questo è solo un barlume di quanto scaturisce dall'amore creativo
di Dio, e penso che nell'aldilà vedremo cose che qui non riusciamo nemmeno
ad immaginare. L'importante per ora è cogliere il messaggio che il Signore
vuole ricordarci, ogni volta che ci segniamo nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo: L'amore è perlomeno trino, uno che ama, uno che
ricambia, e un frutto che ne dimostri l'autenticità ed è promessa di
continuità. Da solo, anche se sono un Dio, la mia vita non ha senso.
Donami Signore di sforzarmi sempre a vivere costruendo relazioni piuttosto
che cercando di imparare a vivere da solo.