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TESTO Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi

Riccardo Ripoli   Amici della Zizzi

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (29/09/2013)

Vangelo: Lc 16,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Con i ragazzi parlo, parlo, parlo. Interpretiamo brani del Vangelo, commentiamo Pascal, leggiamo un libro di Vittorio Messori. Ogni sera ci ritroviamo e dedichiamo quando mezz'ora, quando un'ora al dialogo, nonostante il peso della giornata o i pensieri che spesso si accumulano nella mente. Sono certo che serve, fornisce loro uno strumento per interrogarsi, per vedere la realtà da un punto di vista diverso da quello degli occhi di un adolescente, ma serve solo se decidono di mettersi in discussione, di guardarsi dentro, di valutare ciò che stanno facendo e scrutare all'orizzonte il futuro che li attende. Dico sempre loro che posso procurare il cibo, darglielo da mangiare cotto e cucinato, tagliarlo a pezzettini e persino imboccarli, ma non posso obbligarli a digerirlo se non vogliono. Seguire dei valori e dei principi non è certo cosa facile perché spesso si scontrano con gli impulsi della vita, con gli istinti primordiali dell'uomo, ma camminare sulla via retta è necessario per non ritrovarsi un domani, o nell'eternità per coloro che credono, a leccarsi le ferite. Quanti ragazzi ho visto andare via da casa nostra, ognuno con il suo bagaglio fatto di ricordi e rimpianti, spesso felici per essere usciti dal recinto, liberi di scorazzare a perdifiato e provare tutte le esperienze possibili. Alcuni hanno fatto tesoro di quel cibo che negli anni abbiamo dato loro, altri si sono liberati del peso di quella che consideravano zavorra che avevamo messo nelle loro per essere più liberi. Con il passare degli anni qualcuno è tornato indietro e umilmente ha ammesso i propri errori. Bravi ragazzi, si può sbagliare, si può cadere a terra, ma si deve avere il coraggio di rialzarsi, di dire "ho sbagliato, eccomi pronto a ricominciare, a riprendere in mano la mia vita con i valori che mi sono stati insegnati, con altruismo, generosità, umiltà". Ogni tanto impariamo a fermarci per guardarci intorno, per vedere i nostri difetti, il rapporto con gli altri, gli errori fatti e quelli che stiamo facendo perché non è mai troppo tardi per rimediare, per chiedere scusa. Non c'è rapporto che si sia incrinato che non possa essere riparato, sanato e addirittura migliorato.

 

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