PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Più grande

Paolo Curtaz  

Paolo Curtaz è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (08/09/2013)

Vangelo: Lc 14,25-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,25-33

In quel tempo, 25una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 26«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Eccoci ormai alla fine di un'ennesima estate.

Estate che si chiude con le insopportabili ed esasperanti fibrillazioni politiche mentre dall'altra parte del Mediterraneo si usano gas nervini per uccidere dei bambini.

Coacervo di contraddizioni che è (che fa) la nostra vita. E qui, noi, a combattere la violenza che portiamo nel cuore, a cercare tracce di luce, a rimboccarci le maniche offrendo soluzioni a partire dal quotidiano.
La Parola ci ha accompagnato con costanza e forza.

Brevi riflessioni che scavano i cuori di pietra per liberarne l'anima.

Il cammino di conversione è lungo, ma vale la pena affrontarlo.

L'alternativa è lasciarsi morire giorno per giorno travolti dal nulla che ridonda.
Animo, allora.

Rintracciare le cose del cielo

L'autore del libro della Sapienza scrive una riflessione che non stonerebbe (anzi!) come editoriale in uno dei nostri autorevoli quotidiani nazionali. L'autore scopre che "I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni (...) chi può rintracciare le cose del cielo?", scopre che, nonostante tutto, non abbiamo in noi la risposta di senso.

Il nostro mondo, che ha fatto progressi incredibili nella scienza e nella conoscenza, stenta a crescere nella sapienza, non riesce a dare risposte alle domande di senso degli uomini.

Il nostro è un mondo tecnologico, organizzato, che anela a varcare gli spazi siderali, che conosce gran parte dei segreti dell'energia, che riesce a migliorare continuamente il benessere degli abitanti del pianeta (almeno quelli più ricchi...), ma che non riesce a dare risposta al ragazzo che non trova lavoro, non riesce a contenere l'odio che si scatena nella guerra, non scavalca l'indifferenza e la solitudine che rinchiudono in gabbie di cemento le famiglie.

L'autore si dà una risposta: l'unica cosa essenziale è cercare la sapienza, entrare dentro le cose, non accontentarsi, andare oltre l'apparenza, riscoprire le profondità dell'essere, là dove dimora Dio. La sapienza che non è cultura o intelligenza, ma assaporare la realtà (la parola sapienza deriva da sàpere, insaporire), scoprire, come ci dirà Gesù, che siamo creati per amare e, amando, cambiare il mondo.

Abbiamo bisogno del dono della Sapienza per sollevare il nostro sguardo in alto.

Per dove?
Dove si trova la felicità?

Gesù ha una risposta bruciante inebriante: io solo - dice - posso colmare ogni desiderio.

Alla fine dell'estate di riflessione, il Signore ci invita a farci due conti in tasca, come faremmo prima di affrontare l'ingente spesa di una casa nuova, per accorgerci che il nostro cuore ha bisogno di una pienezza che Dio solo può donare. Gesù non si propone come il fondatore di una filosofia o di una religione ma come l'unico in grado di portarci a Dio e di vivere in pienezza.

E Gesù incalza e ci sfida: pretende di essere più di ogni affetto, più della gioia più grande (l'amore, la paternità, la maternità) che un uomo possa sperimentare.

Amare lui di più significa che egli è in grado di farci più della più grande gioia che siamo in grado di vivere.

Che presuntuoso questo Gesù! Davvero può donare una gioia più grande della più grande gioia che riusciamo a sperimentare?
Può.

Fratelli e sorelle come noi, non esaltati, non "strani", non diversi, hanno scoperto questa cosa, ci testimoniano che sì, il Signore è la pienezza della vita. E il cristianesimo ha scavalcato duemila anni di storia e di mediocrità dei propri fedeli perché (pochi) uomini e donne divorati dall'incontro con Cristo lo hanno reso credibile.
Sì: è possibile incontrare il Cristo.

Interiormente, nella preghiera, nel volto del fratello, per attimi.
Eppure è possibile, nonostante i nostri evidenti limiti.

Gesù è passione infinita, dono totale, pienezza, inquietudine.
Egli è.

Facciamoci bene i conti in tasca, allora, cercatori di Dio, calcoliamo attentamente su cosa stiamo investendo, cosa ci stimola e ci inquieta, ci distrae e ci smuove. La proposta del Signore è sconcertante e affascinante e se, dopo duemila anni, milioni di persone oggi la ascolteranno, significa che forse è vero: solo Dio può colmare la nostra inquietudine, lui solo riempire il desiderio di infinito che abita in ciascuno di noi.

Cambiamenti
Così facendo la nostra vita, da ora, cambia di prospettiva.

Mettere la ricerca del tutto, la ricerca di Dio al centro della nostra vita, ci fa divenire persone nuove.

Ne sa qualcosa Filemone, simpatico cristiano delle origini, cui Paolo indirizza un biglietto di accompagnamento rimandandogli uno schiavo che si era rifugiato presso l'apostolo.

Paolo invita Filemone ad uscire dalla logica di questo mondo, padrone-schiavo, per entrare nella logica del Regno, fratello-fratello. Paolo non lo sa, ma in questo piccolo biglietto pianta il seme che diventerà l'albero dell'abolizione della schiavitù.

Il Cristo che mantiene ciò che promette, ci conceda, veramente, di avere il coraggio di lasciare le nostre piccole certezze per affrontare con decisione l'avventura della sua sequela.

Inizi

Ecco cosa faremo durante l'anno pastorale appena iniziato: cercheremo Dio.

Non quello piccino delle nostre paure, dei nostri deliri, delle nostre ossessioni.
Quello magnifico del Signore Gesù.

Più grande della più grande gioia che siamo in grado di vivere.

Clicca qui per guardare il video del commento di Paolo Curtaz per la stessa domenica

Libri di Paolo Curtaz

 

Ricerca avanzata  (54612 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: