TESTO Commento su Luca 4,40
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Mercoledì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/09/2013)
Vangelo: Lc 4,40

38Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 39Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 41Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
42Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. 43Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». 44E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Gesù, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demoni.
Lc 4,40
Come vivere questa Parola?
Chiedo ci concentrare l'attenzione del cuore su questo gesto così famigliare al Signore: quello di imporre le mani su ogni singola persona che gli veniva portata. È un gesto molto semplice che però mette in moto dell'energia insita nelle nostre membra. È un gesto che in Gesù, Signore e Dio fatto uomo, come era salvifico al massimo finalizzato com'era alla sua volontà umano-divina di salvezza.
Posso però chiedermi: che cosa faccio io con le mie mani?
Non ho "zampe" come gli animali. Ho mani con cui posso compiere tante azioni, tanti gesti. Da quello di ripulire la casa a quello di impastare una focaccia, da quello di accarezzare un bimbo e di asciugare le lacrime a una persona che soffre, da quello di spazzare a quello di dipingere un quadro. Purtroppo, usando le mani dietro impulsi di violenza, posso anche picchiare, imbrattare muri o carta, posso perfino strangolare...
O mani, mie mani prezioso dono del mio Dio, quanto vorrei saper sempre essere di voi responsabile, usandovi nel modo più appropriato!
Ecco, in un momento di quiete contemplativa, stendo in grembo le mani.
Le ammiro con sguardo capace di apprezzarne il valore e chiedo che non ricadano oziose addosso a me; siano strumento di bene ogni giorno perché trionfi sempre ciò che è buono là dove vivo.
Signore, in semplicità e gioia, fa' che nel mio quotidiano anche le mani servano alla bellezza di una convivenza pacifica e lieta.
La voce di un giornalista e scrittore italiano
Finché la mano e la mente ti guideranno non smettere mai di amare la vita. Anche se aiuterai una sola persona non avrai vissuto invano.
Romano Battaglia .