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TESTO Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

Riccardo Ripoli   Amici della Zizzi

S. Monica (27/08/2013)

Vangelo: Lc 7,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,11-17

11In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Se la guida di un cieco fosse cieca andremmo a sbattere da tutte le parti senza giungere mai alla meta. Capita spesso che coloro che insegnano valori e principi siano i primi a contravvenire a molte regole importanti, pur pretendendo dagli altri il massimo rigore. Lo vedo anche io nel mio piccolo con i miei ragazzi, li voglio sempre più bravi, cerco di insegnar loro ogni regola morale, pretendo il massimo, ma spesso mi scopro ad essere il primo in difetto, il primo a sbagliare, il primo a dare un cattivo esempio, a volte con l'intemperanza e l'irruenza del mio carattere spigoloso, altre volte con le parolacce e non sono per loro un buon esempio. Mi scopro sovente ad essere una guida cieca, specialmente quando vengo a sapere che alcuni miei ragazzi, ai quali ho dato tutto me stesso, sono dediti ad attività non buone e mi domando dove abbia sbagliato se uno di loro, che è stato con noi sei anni spaccia e si droga, o se un altro si picchia con tutti, o un altro ancora se ne va senza più cercare un contatto vomitando ogni cattiveria contro di noi. Certamente da qualche parte ho sbagliato, ma in questi momenti mi fermo un attimo e dico "almeno ci ho provato", ma non mi basta per farmi stare tranquillo, non sarebbe sufficiente a farmi andare avanti, mi ci vuole qualcosa di più forte. Ecco che nei miei pensieri si affacciano i volti di coloro che sono rimasti, di quei bimbi che nonostante i miei tanti difetti, il mio cattivo esempio, la mia grande irruenza siedono tutti i giorni al mio tavolo, ascoltano le mie parole, sudano sangue per far crescere l'Associazione e costruire un mondo migliore per altri bambini che verranno. Sono loro la mia forza, loro con l'amore che mi dimostrano specie quando ci ringraziano per i "guai a voi" che continuamente urliamo loro contro, per gli ammonimenti che quotidianamente ripetiamo per farli crescere e maturare.

Grazie ragazzi, grazie perché mi volte bene nonostante i miei tantissimi difetti.

 

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