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TESTO Commento su Luca 13,22-30

fr. Massimo Rossi   Home Page

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (25/08/2013)

Vangelo: Lc 13,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 22passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Tra la pagina di Isaia e quella di Luca sembra esserci un contrasto stridente: parola-chiave della prima è "tutti", parola-chiave della seconda è "pochi". Così pure il senso dei due brani: la profezia parla di salvezza totale; san Luca riporta invece la promessa di un giudizio severo del Messia, quando, al suo ultimo avvento, separerà i giusti dagli operatori di iniquità, e questi caccerà fuori, là dove sarà pianto e stridore di denti...

"Sono pochi quelli che si salvano?", è la domanda che un tale rivolse a Gesù mentre era in cammino verso Gerusalemme: il Maestro di Nazareth avrebbe potuto rispondere come già altre volte, citando le antiche scritture: "Il braccio del Signore si è forse raccorciato?" (Nm 11,23), oppure rivelando l'infinita misericordia del Padre: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, non sono venuto per i sani, ma per i malati"(Mt 9,12-13). Invece, a sorpresa, il Signore mette in guardia dalle scelte facili e ricorda che la salvezza non è mai a buon mercato, non lo è per nessuno; non lo fu neanche per Lui. Non a caso, (Gesù) stava salendo a Gerusalemme.

La croce fu la porta stretta attraverso la quale Gesù accettò di passare, per diventare il Cristo ed entrare così nella pienezza della vita eterna, non più come quando era disceso dal Cielo; questa, in Cielo, ci torna col corpo. Evidentemente c'è qualcosa nell'essenza stessa del corpo di carne che esige purificazione, ascesi, sofferenza, sacrificio che lo renda compatibile con la logica del Regno.

Del resto, il Verbo eterno si è reso compatibile con gli uomini, assumendo la nostra umanità fragile e vulnerata dal peccato: non che Gesù fosse colpevole di peccato, intendiamoci; è la carne che è intrinsecamente ferita; o, come la chiamavano i SS.Padri dei primi secoli, il fango del peccato originale. In altre parole, anche il corpo di Gesù si sottomise ai limiti ontologici dell'umano, che aveva perduto i doni del paradiso terrestre, a causa dell'orgoglio di Adamo.

Coloro che hanno già raggiunto l'età adulta e matura sanno che i sacrifici non sono degli incidenti di percorso, al contrario, sono aspetti normali, di più, funzionali al cammino stesso di maturazione. Ci sono dolori necessari, e dolori non necessari: i primi sono costruttivi e dunque preziosi; gli altri non costruiscono nulla, dunque sono semplicemente inutili. I primi non si possono evitare, i secondi invece sì, si devono anzi evitare per quanto possiamo.

Evidentemente non si può evitare di passare attraverso la porta stretta del Vangelo: questione di linea! e sì, il Vangelo può anche essere interpretato come un libro di ricette per mantenersi in forma, quella che consenta di entrare nel Regno dei Cieli. Vedete, non si tratta di rinunciare a dei beni leciti, ma al male, o a quei beni che non rientrano nel nostro stato di vita, o, come lo chiamavano i moralisti, trent'anni fa, l'opzione fondamentale.

I chili di troppo sono quei rami da potare di cui parla Gesù al cap. 15 del Vangelo: ricordate, il discorso della vite e dei tralci. L'autore della lettera agli Ebrei ci ricorda oggi che le potature fanno male... quelle correzioni che il Padre fa ai figli, perché li ama.

È vero, le correzioni non sono mai piacevoli da ricevere, dobbiamo fare i conti col nostro orgoglio, col nostro amor proprio, con le nostre convinzioni profonde, tanto profonde da essere difficilmente estirpabili. Davvero, con alcuni di noi, il Signore deve fare un lavoro faticosissimo per liberarci dai rami secchi, dalle erbacce che invadono il nostro terreno, dai parassiti che infestano rami e fusto, si nutrono della nostra linfa e ci rubano la vita. È stato un lavoro, il suo, per il quale ha sudato e sputato sangue nel vero senso della parola.

Ma alla fine l'ha vinta Lui! ha giocato il suo "asso nella manica", la carta degli ultimi...
L'umanità è fragile? OK, parliamo dalle fragilità, dice Dio.

Nessuno ci avrebbe mai pensato: nessun uomo... gli uomini sono attratti dalla perfezione, gli uomini premiano la perfezione, la chiamano eccellenza; e quando intuiscono che in un soggetto ci possono essere potenzialità non comuni, tutti ci si aspetta che investano su di lui, perché le possa sviluppare - chissà se poi lo fanno davvero - per trarne un utile...nessuno fa mai niente per niente.

Siamo onesti, almeno riconosciamo che la nostra morale occidentale, la quale, a quanto pare, è sbarcata in oriente e produce vittime - pardon, frutti - anche là, è fondata sui meriti...

Se poi questi meriti sono accompagnati da un adeguato patrimonio familiare, il gioco è fatto.

Nessuna intenzione di colpevolizzare. Solo constatazioni. Chi si può permettere università prestigiose? masters di alto perfezionamento?...per citare solo le opportunità scolastiche. Poi ci sono le opportunità lavorative-professionali; non mi capita spesso, forse non mi è mai capitato di incontrare un uomo di colore in giacca e cravatta che entra in banca dall'ingresso dei dirigenti... con tanto di scorta e auto blindata... Stereotipi? forse; retorica banale e populista? può darsi. Qualcuno mi ha accusato di cattocomunismo.

Nostro malgrado, quando leggiamo pagine come il Vangelo di oggi non possiamo eludere la questione etica. La questione etica si accompagna sempre a quella dell'osservanza religiosa, quella stigmatizzata da Gesù, proprio in pagine come quella del Vangelo di oggi: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza! Sedevamo in prima fila quando sfilavi in un bagno di folla! Ci hai addirittura ricevuti in udienza...". Oh, mica tutti hanno il privilegio di essere ricevuti in udienza! Stop con i luoghi comuni!

Gesù, invece, ha preferito partire da quelli che non si potevano permettere il lusso di essere ammessi alle costose scuole rabbiniche del tempo, coloro che non si potevano permettere il privilegio di frequentare i salotti chic di Gerusalemme. Gesù è partito dai lebbrosi, dalle prostitute, dai pubblicani, dagli storpi, dai ciechi, dalle vedove, dagli orfani, dai ladri, dagli adulteri...

Ma, attenzione, la Sua scelta di campo è una scelta di redenzione! Tutta questa gente, donne e uomini persi, è radicalmente mutata! L'incontro di un istante con il Maestro di Nazareth, e la loro vita è cambiata da così a così!

Noi il Maestro di Nazareth lo incontriamo tutte le domeniche: qualcuno potrebbe obbiettare che un conto è la persona, un conto sono le sue parole... Vero! ma è altrettanto vero che l'incontro con Dio, per noi, non è questione di un istante, ripeto, è l'appuntamento di ogni settimana!

Sappiamo bene quale effetto può avere l'emozione di un momento, e quale efficacia può invece avere la cura regolare e costante di una relazione. Goccia dopo goccia, la Parola di Dio ci entra nel corpo e diventa... può diventare sangue del nostro sangue.

Continuiamo ad accogliere nella nostra vita umana queste trasfusioni di Vita divina: il sangue eucaristico è lo stesso che è sgorgato dal costato di Gesù; la porta stretta della croce, patibolo di morte per Lui, è dono di vita eterna, per noi.


"Afferrare la morte!

Al di là di tutto, una questione di fede."

Dag Hammarsckj-ld

 

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