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TESTO Quel muto cominciò a parlare

Riccardo Ripoli   Amici della Zizzi

Martedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (09/07/2013)

Vangelo: Mt 9,32-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Oggigiorno ci sono moltissimi truffatori in giro, molte associazioni fasulle nate solo per spillare denaro al prossimo in nome di qualche finta causa, ed è normale che la gente non si fidi, che agisca con circospezione, pronta anche ad arrivare a mettere un muro a tutti, o addirittura osteggiare qualunque buona prassi partendo dal presupposto che tutto sia una truffa. In tanti anni dedicati all'Associazione "Amici della Zizzi" mi è capitato di incontrare tanti tipi di persone, da quelle che si innamorano da subito della nostra causa, a quelle che invece vedono nel nostro lavoro una truffa', seppur ben nascosta. Quest'ultimi spesso attaccano senza una ragione specifica, ma per il solo desiderio di estirpare il male. Credo che la cosa giusta da farsi, in ogni circostanza, sia quella di praticare la via di mezzo, ovvero non innamorarsi perdutamente dal primo istante e magari scandagliare, capire, ma farlo con il cuore aperto, non con la chiusura di chi cerchi di trovare solo il marcio, la truffa nascosta, l'aspetto negativo.

Ma il mondo è fatto di tante teste, molteplici culture e non sta a noi impedire il facile innamoramento o l'immediata condanna. Dal canto mio cerco sempre di dialogare con le persone, non lascio mai cadere un'accusa, cerco di ragionare con i miei detrattori e capire le ragioni del loro malessere, ciò che li spinge a cercare la lite ad ogni costo. Qualcuno mi dice "lascia perdere", ma io devo, io voglio capire, è nella mia natura. Prima mi arrabbiavo, non dormivo la notte dinanzi alle accuse più infondate mosse da chi ci conosceva solo via internet o per sentito dire, poi ho smesso di prendermela e cerco il dialogo, e se l'altro si arrabbia lascio che si calmi per poi riprendere il confronto. Non sempre mi riesce perché ho un carattere focoso, come si dice in Toscana "son fumino", ma su internet è più facile contare fino a dieci, o aspettare un giorno prima di rispondere, e così faccio. Qualcuno mi chiede perché mi comporti così, perché desideri sempre capire l'idea dell'altro anche quando è manifestamente chiaro che sia in torto, e la ragione è semplice, la dice il Vangelo di oggi quando narra che "il muto cominciò a parlare". Coloro che sin dal primo istante, o attraverso un loro silenzioso percorso personale si innamorano di noi parlano bene dell'Associazione quando gli capita, quando qualcuno gli chiede spiegazioni, ma non sentono la necessità di parlare se non chiamati in causa perché per loro è cosa normale che l'Associazione operi nel bene e non devono dimostrarlo a nessuno tanto sono certi che anche gli altri non potrebbero pensarla diversamente. Ma chi parla male di noi e poi si dovesse convincere di aver sbagliato opinione, allora si che sarà un grande alleato dell'Associazione e dei bambini che aiutiamo perché, attraverso il dialogo, ha capito il suo torto e sa che anche altri potrebbero cadere nello stesso errore e per primo tesserà le nostre lodi, per evitare che i dubbi possano assalire altri. Immaginatevi uno che stravede per noi e incontra un amico e gli dice un gran bene di noi, questi lo guarda e spesso dirà "ti sei fatto abbindolare, le associazioni sono tutte una truffa". Ma pensate a chi invece conosce i dubbi di colui che incontra per esserci passato prima di lui. Spiattellerà i pensieri negativi che aveva, farà vedere i ragionamenti che ha fatto, porterà il suo interlocutore a dubitare dei suoi stessi interrogativi e, se non lo convincerà, gli avrà almeno ingenerato la curiosità di un approfondimento.

Un giorno misi un post su internet ed una ragazza mi attaccò pesantemente mettendo in discussione la nostra buona fede. Le risposi e lei ci andò giù pesante. Ci fu una levata di scudi da tanti amici che ci avevano vissuto, toccato con mano ed alcuni di loro la offesero pesantemente. Dovetti fare da paciere, calmare gli animi e spiegare agli amici che questa ragazza parlava perché non conosceva, ma che le sue opinioni, seppur non reali, andavano rispettate perché il suo torto non nasceva dalla cattiveria, ma da non conoscere. Inizio con lei un bellissimo dialogo ed oggi è una delle persone che maggiormente ci apprezza e ci aiuta.

 

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