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TESTO Saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice

Riccardo Ripoli   Amici della Zizzi

XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (16/06/2013)

Vangelo: Lc 7,36-8,3 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,36-8,3

In quel tempo, 36uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

1In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici 2e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Forma breve (Lc 7,36-50):

In quel tempo,36uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Quante volte ho sentito critiche verso di noi allorquando abbiamo cercato il dialogo con persone che si sono macchiate anche di crimini orrendi, come la pedofilia o l'omicidio.

Mi è sempre stato insegnato a odiare il peccato ed amare il peccatore. Ho ricevuto più amicizia da gente che ha fatto avanti e indietro con la galera, che non da tanti altri che magari sono cresciuti con me, partecipando a feste in casa mia e condividendo vacanze e confidenze. Come si fa a non amare chi sbaglia? Tempo fa una persona mi disse che aveva una lista di tipologie di persone che avrebbe voluto veder morire. Come si fa a giudicare?

La pedofilia è per me il crimine più orrendo fra tutti, ma il pedofilo chi è? E' un uomo, un essere vivente, un figlio di Dio al pari di tutti noi. Ha certamente sbagliato, ma non per questo va odiato, non per questo deve essere messo da una parte o addirittura, come pensano n molti, ucciso. Significherebbe giudicare l'uomo nella sua essenza, giudicare le motivazioni, spesso frutto di malattia o di abusi subiti, ma questo spetta soltanto a Dio, non certo a noi.

Nell'affidamento molte persone ritengono che non sia giusto avere rapporti con la famiglia di origine del ragazzo in affido, ma qui genitori naturali esistono, sono persone, sono figli di Dio che forse hanno sbagliato, che magari certamente hanno fatto errori, ma che nella maggior parte dei casi sono uomini e donne che da bambini non hanno ricevuto amore, regole, insegnamenti, esempi positivi. Vogliamo debellare la pedofilia? Vogliamo togliere di mezzo la mafia, la droga, le violenze? Accogliamo i bambini che oggi vivono in famiglie e ambienti problematici e trasformiamoli in futuri uomini e donne capaci di portare amore e speranza nel mondo. La pedofilia, le violenze, la droga presenti oggi nella nostra società forse non sono colpa vostra, ma se domani ci saranno pedofili, violentatori, omicidi, mafiosi sarà colpa di tutti coloro che sono rimasti a guardare, a giudicare senza muovere un dito, a criticare senza domandarsi "cosa posso fare io".

 

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