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TESTO Commento su Luca 13,22-30

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Mercoledì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (31/10/2012)

Vangelo: Lc 13,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,22-30

22Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

C'è sempre qualcuno che fa la contabilità dei salvati e che rilascia i patentini da bravi cristiani, c'è sempre qualcuno più papista del papa e più devoto di Dio e che, modestamente, sa consigliare a tutti cosa fare per salvarsi. E anche quelli che, complici i nuovi media, lanciano strali e scomuniche come se piovesse, scocciati dal fatto che la Chiesa non impugni il pastorale per darlo in testa ai neo-pagani. La domanda rivolta a Gesù è tutta un programma: sono pochi quelli che si salvano? Intendendo, probabilmente: siamo in pochi noi che ci salviamo? E Gesù ammonisce; tu sforzati di entrare per la porta stretta. Sì. È impegnativa la salvezza, ma non perché la si deve meritare. È gratis la grazia, non necessita di meriti, non viene concessa in premio. È data senza misura ma possiamo rifiutarla, vivere senza usarla, mettere il tesoro prezioso del vangelo in un cassetto scordandocelo. Possiamo praticare la fede, addirittura evangelizzare in suo nome, senza mai incontrare Dio. Gesù raccomanda al fervoroso discepolo e a noi di non giocare a fare il contabile per conto di Dio, ma a vigilare affinché la sua e la nostra fede siano sincere.

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