TESTO Commento su Luca 7,31-35
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Mercoledì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (19/09/2012)
Vangelo: Lc 7,31-35
«31A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
33È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. 34È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. 35Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Non siamo mai contenti: di noi stessi, della vita, di Dio... Come i bambini che, quando giocano insieme, non riescono a mettersi d'accordo sul gioco da fare, così anche noi rischiamo di essere sempre lagnosi ed insoddisfatti. Gesù ridicolizza l'atteggiamento dei suoi contemporanei che prima criticano l'ascesi eccessiva di Giovanni Battista e ora criticano l'eccessivo lassismo di Gesù... Fa sorridere pensarlo, ma Gesù è accusato di essere poco religioso! Cosa deve sopportare Dio delle nostre inutili elucubrazioni! Proviamo, oggi, a concentrarci su quanto il Signore ci ha donato, a pensare a tutti i doni che abbiamo ricevuto, alle cose belle che abbiamo vissute. Impariamo a riconoscere con gratitudine quanto il Signore fa per tutti noi, nello specifico. A volte è proprio il nostro sguardo a dover cambiare, non l'opera di Dio! Riconoscere che nelle nostre vicissitudini si dispiega l'opera misteriosa di Dio è un'abitudine che può cambiare il nostro modo di iniziare la giornata. Animo, allora, smettiamola di fare i bambini capricciosi e lamentosi, sempre insoddisfatti di ciò che abbiamo, e diventiamo grandi, accogliendo la Sapienza, che è lo Spirito, che ci permette di riconoscere l'opera di Dio in noi.