TESTO Pentecoste
Giovani Missioitalia Home Page
Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (19/05/2013)
Vangelo: Gv 14,15-16.23-26
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre»,
23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Lo Spirito che Cristo Gesù dona alla sua Chiesa è il protagonista della missione, ci precede in missione, apre e prepara la missione, soffia dove... come... e quando vuole. Ma lo Spirito fa anche un'altra cosa, la più importante, ci fa sognare la missione e ci rende partecipi del sogno di Dio.Lo Spirito ci fa sognare il sogno di Dio: che tutti lo riconoscano come amico e vicino prossimo, come alleato.
I profeti Geremia (1,5) e Isaia (49,1.14-16) ci ricordano che sin dal grembo materno, Dio chiama ogni uomo per nome e gli fa scorrere la vita nelle vene per condividere con lui il suo sogno, per tutta la vita e non part-time!
Sono tanti i giovani che sognano la missione ma, da una parte, succede che non trovano qualcuno che li aiuta a coltivare questo sogno e a farlo diventare realtà. Dall'altra parte prevale la geografia missionaria "partire è difficile" e su questo punto cominciano a nascere paure e impotenze. La missione non è prima di tutto un partire fisico: la partenza non tanto è un fatto di luogo, ma di cuore. Sono i nostri cuori che prendono la via della missione quando captando il sogno di Dio e lo sognano coltivando il desiderio di dire a chi è intorno che Dio è amico e compagno di viaggio. La missio ad gentes oggi non è più questione di geografia, per due motivi: i Paesi di antica tradizione cristiana sono arrugginiti nella fede; le società occidentali sono diventate multietniche e multireligiose.
Nel 1943, fu pubblicato in Francia un libro dal titolo curioso e provocatorio "La Francia: terra di missione?", molti si scandalizzarono.
La partenza fisica è una modalità tra le altre per vivere la missio ad gentes. Invece, la partenza del cuore è indispensabile: il cuore, con l'aiuto dello Spirito Santo, parte per la missione quando comincia ad essere liberato dai pesi che non gli fanno prendere il largo e sognare in grande. Il peso più grande spesso siamo noi stessi che fabbrichiamo le paure di essere inadeguati, di non vedere chiaro a cosa si va incontro quando si cambiano le abitudini e gli stili di vita, lo spavento del rimanere soli a fare le cose. Con tutta questa zavorra di autolimitazioni la partenza fisico-geografica diventa una montagna ancora più insuperabile, una strada senza strada!
La Pentecoste ci dice che non siamo mai soli, perché con i doni del battesimo e della cresima abita in noi lo stesso Spirito di Dio. E come si fa a essere soli quando Dio è con noi?
L'esperienza più bella che ho vissuto a Taiwan è stata lo scoprire nelle mie debolezze, depressioni, incapacità linguistiche, nei fallimenti più forti, nei dolori ai piedi e alla schiena durante la scalata, la mano ferma e consolatrice dello Spirito Santo che mi ha sempre rimesso in piedi e sempre mi ha aperto gli occhi per guardare la montagna che, ora, è alle mie spalle. È proprio questa l'opportunità che offrono i doni del battesimo e della cresima: la capacità di riconoscere la presenza intima e l'azione costante dello Spirito nella storia di ogni uomo credente e non credente.