TESTO Commento su Luca 1,26-38
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Annunciazione del Signore (26/03/2012)
Vangelo: Lc 1,26-38
26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
A nove mesi dal Natale la liturgia apre una parentesi gioiosa nell'austero cammino di quaresima. Celebrando la festa dell'annunciazione mettiamo insieme i diversi misteri che stiamo per celebrare.
Il Gesù che sta per essere consegnato, quel Gesù che, consapevole di essere un chicco di frumento, è disposto a morire pur di rivelare all'umanità confusa il vero volto di Dio, è il Verbo di Dio che ha scelto di diventare uomo per rendere accessibile l'immensità di Dio. L'uomo fatica ad immaginare Dio e, quando lo fa', spesso se lo immagina come la somma delle proprie paure inconsce, un essere supremo indifferente al nostro destino da tenere buono con i riti e le preghiere... Anche l'esperienza di Israele, pur avendo cambiato radicalmente questa idea, ha confuso la rivelazione genuina con visioni approssimative di Dio, contribuendo a crearne un'immagine misteriosa e scostante. Nemmeno i profeti sono riusciti a cambiare questa ambiguità che permane nel cuore degli uomini. No, l'uomo non è capace ad avere una corretta rappresentazione di Dio e, perciò, Dio ha deciso di incarnarsi, di diventare uomo per diventare accessibile. In questa giornata in cui facciamo memoria dell'istante dell'incarnazione, già vediamo e celebriamo la volontà di un Dio disposto a tutto pur di farsi riconoscere...