PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Atti 25,21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della VII settimana di Pasqua (17/05/2013)

Brano biblico: At 25,21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,15-19

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

"Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare."
At, 25,21

Come vivere questa parola?
Riportiamo le parole sconcertate di Festo che, arrivato a Cesarea, trova in prigione Paolo senza un'accusa reale e fondata. Da uomo giusto qual era, si confronta con due suoi ospiti illustri sulla questione e cerca una soluzione ragionevole alla situazione di Paolo. Ma Festo non sa che in questo caso la ragionevolezza non ha voce in capitolo... quel Paolo, che ha già viaggiato per tutto il mondo allora conosciuto, arrivando come clandestino in molte città e uscendone sempre fondatore di nuove comunità, deve arrivare al cuore dell'impero, a Roma. Stavolta non in forma clandestina, nascosta ma nella condizione di poter direttamente parlare con Cesare, l'imperatore. L'apparente follia, l'evidente ingiustizia vincono e creeranno la via perché il Vangelo entri nel DNA della storia, del pensiero del tempo e degli spazi di allora. La fortezza di Paolo, lo spirito forte in lui, costruisce quest'unica opportunità a partire da un'evidente situazione di svantaggio.
Oggi, Signore, ti chiedo la fortezza per trasformare quelle che io avverto come potenziali sconfitte o svantaggiose debolezze, in occasioni generative che trasmettano la forza del vangelo per una cultura e una politica più evidentemente a servizio del'umanità e del suo benessere.
La voce di un maestro di spiritualità
"La violenza è... la virtù dei deboli, la fortezza e la forza dei miti e permette allo Spirito di inventare del bene che non c'era, anche in te e in me."
Giuseppe Pollano

 

Ricerca avanzata  (54743 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: