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TESTO Commento su Atti 19, 2

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Lunedì della VII settimana di Pasqua (13/05/2013)

Brano biblico: At 19, 2 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo».
At 19, 2

Come vivere questa parola?
Preparandoci alla solennità di Pentecoste, in questa settimana ci proponiamo di decifrare l'azione dello Spirito Santo nella storia della prima comunità cristiana. La liturgia ci presenta il capitolo 19 degli Atti: Paolo è arrivato ad Efeso e incontra un gruppo di simpatizzanti... sono entusiasti, si dichiarano discepoli... ma non hanno incontrato lo Spirito. La loro è un'adesione morale, hanno ricevuto il battesimo di Giovanni che esortava alla conversione, alla revisione di vita, alla metanoia. Ma come convertirsi senza che il perdono di Dio, la sua misericordia incontri la nostra anima, la nostra mente, il nostro cuore? Come accogliere il dono di Dio senza che il suo Spirito abbia in noi lasciato la sua traccia, determinata quella ferita che permette a Dio di penetrare la nostra vulnerabilità e redimerla? Paolo colma immediatamente questa lacuna! Completa il loro battesimo, immergendoli in Cristo e lo Spirito li investe e li rende profeti, annunciatori. La comunità di Efeso sarà tra le più care a Paolo. A loro lascerà il suo testamento pastorale e li affiderà a Dio, alla sua Parola, alla Grazia. E con loro piangerà il dolore del distacco, del lasciarsi.. perché il cammino da compiere lo porta oltre, lo vuole a Roma, testimone di Cristo sino ai confini della terra.
Oggi, Signore, vogliamo ricordare la grazia del nostro battesimo, che ci immerse in te, rendendo attivo in noi il Tuo Spirito, la tua forza, la tua energia vitale, la tua grazia, la tua consolazione, la nostra speranza.
La voce di un dottore della Chiesa
II Battesimo «è il più bello e magnifico dei doni di Dio. [...] Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso. Dono, poiché è dato a coloro che non portano nulla; grazia, perché viene elargito anche ai colpevoli; Battesimo, perché il peccato viene seppellito nell'acqua; unzione, perché è sacro e regale (tali sono coloro che vengono unti); illuminazione, perché è luce sfolgorante; veste, perché copre la nostra vergogna; lavacro, perché ci lava; sigillo, perché ci custodisce ed è il segno della signoria di Dio».

San Gregorio Nazianzeno, Oratio 40, 3-4: SC 358, 202-204 (PG 36, 361-364).

 

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