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TESTO Lo Spirito Santo dono di Amore

don Luigi Trapelli

VI Domenica di Pasqua (Anno C) (05/05/2013)

Vangelo: Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,23-29

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Oggi, sesta domenica di Pasqua, il testo di Giovanni ci presenta il dono dello Spirito Santo e della pace, frutto del Suo Amore.


Gesù ci invita ad amarlo osservando la sua Parola.

Gesù e lo stesso Padre verranno a noi, grazie a tale nostro amore.


Non siamo noi che saliamo verso Dio, ma è Dio che, nella sua infinita misericordia, scende verso di noi e prende dimora in noi.


Questa è la grande e liberante esperienza cristiana: non noi che saliamo a Dio, ma Lui che scende verso e dentro di noi.


L'accoglienza o meno della Parola, implica una predicazione che continua nei discepoli e nella nostra attuale testimonianza.


Siamo chiamati a osservare la Parola di Gesù. 


I discepoli avranno un aiuto nel ruolo del Paraclito, del Consolatore, dello Spirito Santo, inviato dal Padre nel nome di Gesù.


Il Paraclito insegna e fa ricordare.


Insegna, ossia interpreta autenticamente la Scrittura e poi ricorda, cioè fa memoria di un passato, prendendo coscienza del significato di tale evento.


Fare memoria per la Bibbia è sempre un tornare al passato, per capire come ogni evento ha un significato anche oggi e ogni persona è chiamata a scoprirlo.


Gesù offre il dono della Pace che per gli ebrei, come ben sappiamo, significa non solo assenza di guerra, ma soprattutto salute, prosperità e felicità piena.


Gesù non augura la pace, ma la dona, la offre.

Tale dono ha l'effetto di far scomparire ogni paura.

Gesù è chiamato a partire e a venire di nuovo, perché Lui è l'inviato del Padre, chiamato a mettere in atto il Suo volere.


Gesù è unito fortemente al Padre, ma anche è l'inviato che riceve tutto dal Padre.

Gesù sente che il Padre è più grande di Lui, perché è Lui ad inviarlo.


Grazie a Gesù i discepoli possono aprire la strada verso Dio e così sperimentare la gioia piena.

Credere è riconoscere nel crocifisso il Vivente, uno con il Padre e fonte di vita per i suoi.


E' un testo densissimo e lascio a voi ogni applicazione concreta. 


Osservo semplicemente che lo Spirito Santo è un grande dono di Amore.

Si definisce Paraclito, ossia Consolatore e noi sappiamo quante persone hanno bisogno di essere consolate oggi.

A partire proprio da noi!

La pace è il dono di un Dio che vuole sempre il nostro bene e che punta a rendere felice ogni persona.

Vivere in pace è una delle massime aspirazioni della nostra vita. Invece scopriamo tanta fatica a trovare pace in noi e attorno a noi, partendo dai nostri cari.

La pace vera è l'incontro con Gesù risorto nello Spirito Santo che possiamo celebrare in ogni Santa Messa.

Buona domenica e buona settimana di gioia.

 

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