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TESTO La riconquista divina dell'uomo

padre Gian Franco Scarpitta   S. Vito Equense

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (31/03/2013)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Aria di stupore in Maria di Magdala quando giunge al sepolcro. Vede che, inspiegabilmente, la pietra che ostruiva l'ingresso è stata ribaltata e il cadavere di Gesù è sparito. Probabilmente avrà pensato in un primo momento ad una profanazione, ad un prelevamento illecito di cadavere; visto che si rivolge a Simon Pietro avanzando quell'ipotesi; potrebbe aver pensato allo spostamento della salma in altro luogo. Non ha immaginato subito la risurrezione.

Solo dopo che Simon Pietro e l'altro discepolo corrono al sepolcro, dopo aver constatato, si "vede" e si "crede". L'evidenza dei fatti induce a considerare che il cadavere non può essere stato trafugato né spostato: le bende sono sparse sul pavimento, ma il sudario è ben piegato in un angolo.Il masso è stato ribaltato in un tempo relativamente breve, per giustificare che qualcuno lo abbia forzatamente rimosso e in caso di furto o di prelevamento di cadavere rumori e boati avrebbero certo richiamato l'attenzione di tutti. Uno degli evangelisti ci informa del resto che si era provveduto a sigillare il sepolcro e a mettere degli uomini di guardia, onde evitare che i discepoli stessi trafugassero il cadavere per inventare il fatto della risurrezione. Insomma, è impossibile concepire la sparizione del corpo di Gesù con giustificazioni concrete e ordinarie. Cristo è Risorto e l'evento misterioso della tomba vuota, unica attestazione dei vangeli canonici, ce ne dà un lume. La tomba vuota è un aiuto a che noi consideriamo la risurrezione del Cristo come un evento per nulla mitologico o fantasioso, ma come un dato storico accertato.

Tuttavia il nostro Credo non si incentra sulla tomba vuota. Quella è solo una via di ausilio. La vera fede ci invita piuttosto ad affidarci semplicemente all'evento: Cristo è risorto e noi ne siamo certi. E' il cuore che ce ne dà le ragioni e la prova più convincente, quella che a noi da maggiori soddisfazioni esaurienti è per noi quella della fede. Che Cristo sia risorto ce lo dicono i Vangeli, lo comprovano le testimonianze degli apostoli e dei discepoli che nella storia primitiva del cristianesimo affronteranno la morte pur di divulgare questo avvenimento, ce ne parla la tradizione orale e vivente della Chiesa e questo è sufficiente perché noi crediamo, cioè aderiamo liberamente e con disinvoltura.

La resurrezione di Cristo interpella infatti il nostro cuore, intende affascinarci e sollecitarci come evento di Rivelazione nell'amore e non già come scientifica evidenza.

Lo stesso Gesù Cristo, Figlio di Dio, che si era umiliato nell'Incarnazione e che aveva esternato lo spasimo d'amore per l'umanità, affrontando il buio del sepolcro, ha avuto la meglio sulla morte, è uscito trionfante dalla sfida che essa le aveva inferto. E ha sconfitto la morte definitivamente. Anzi, la stessa morte da lui presa di petto nel sepolcro è stata fautrice di vita anche per altri, poiché nel frattempo della morte si sono recuperate le anime dannate.

Adesso che è risorto, Gesù non è più lo stesso di quando era ancora fra i suoi mentre predicava in Galilea compiendo miracoli: ha assunto connotati di gloria e di incorruttibilità, è diventato un corpo elevato, con proprietà che appartengono solo a Dio, ma questo non impedisce che lo si possa identificare con il Crocifisso che dalla morte è passato alla vita.

La risurrezione di Gesù non va confusa con la riabilitazione di un cadavere, quale era stata quella di Lazzaro, della figlia di Giairo o di altri personaggi biblici (vedi il figlio della vedova di Zarepta o il fanciullo della Sunamita) o quale potrebbe essere ai nostri giorni un fenomeno di mancata morte cerebrale; essa riguarda invece il passaggio dalla morte alla vita del Figlio di Dio, la vittoria di Gesù sul peccato e sulla morte, la riconquista definitiva dell'uomo da parte di Dio. L'uomo è infatti avvinto dalla risurrezione di Cristo nella misura in cui egli vuole risuscitare con lui e partecipare della sua stessa gloria; fin quando continueremo a prediligere il peccato e ad estromettere Dio dal nostro quotidiano, fin quando faremo di Cristo solo un soprammobile o un fantoccio di cui servirci per mera parvenza esteriore, procacceremo solamente in noi stessi la morte e la distruzione. Fintanto che la nostra etica e il nostro pensare saranno affette da relativismo e indifferentismo, fino a quando la nostra religiosità non si trasforma in vera cultura radicale, fino a quando confonderemo la devozione con il fanatismo e con l'idolatria, non permetteremo mai a Cristo di risorgere in noi e inconsapevolmente opteremo per la nostra disfatta. Fino a quando l'odio, la violenza, la vendetta e la sopraffazione a danno dei poveri e degli indifesi saranno i nostri criteri insani di convivenza e di giustizia sommaria, inconsapevolmente lasceremo Cristo nel sepolcro, procurando a noi stessi la morte, semplicemente per il fatto che non vogliamo risorgere con lui.

Come invece sottolinea Paolo, "Cristo risuscitato non muore più" (Rm 6, 9 - 10) e "Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti"(1Cor 15, 20) perché tutti ricevessimo la vita, poiché come in Adamo peccatore abbiamo tutti avuto la morte, così in lui noi avessimo vita piena. Chi decide di vivere in Cristo si decide per la vita, chi a Cristo si oppone o si ostina su altre vie, si ostina a morire definitivamente.

L'evento della risurrezione è Pasqua, cioè passaggio dalla morte alla vita che non può che suggerire la gioia per quanti desiderano vivere. La risurrezione è gioia per chi dispera di se stesso in quanto trova nel Risorto la sua motivazione e la sua forza; essa è la letizia di quanti hanno ritrovato in Dio il proprio orientamento dopo lo smarrimento del peccato, la speranza per quanti ancora il peccato rende vittime. Cristo Risorto rincuora e da vigore agli sfiduciati, gli abbandonati e risolleva i derelitti. Cristo Risorto è lo sprone per quanti gettano la spugna, la forza per quanti si ritrovano deboli e oppressi, il sorriso di quanti sono costretti al dolore sia fisico che spirituale. Soprattutto Cristo Risorto è la vita piena per tutti coloro che, magari proprio in questi giorni, hanno perso la vita nonché coraggio e sollievo per coloro che sono costretti a piangere la loro repentina assenza. In Cristo risorto vi è la novità di Dio e questa novità è la vita perenne, la vita della gloria alla quale anche noi siamo chiamati.
A tutti quanti, comunico la gioia indefinita del Risorto.
BUONA PASQUA DI SERENITA' e di GIOIA NEL SIGNORE

 

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