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TESTO Commento su Sapienza 2,12

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della IV settimana di Quaresima (15/03/2013)

Brano biblico: Sap 2,12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 7,1-2.10.25-30

1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.

2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.

10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.

25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».

30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta
Sap 2,12

Come vivere questa Parola?
La parola di oggi sembra porsi in continuità con quella di ieri. Qui il giusto vi appare proprio come colui che si mette in mezzo tra Dio e il fratello additando a quest'ultimo le vie di salvezza che il Signore propone. Un compito tutt'altro che comodo, anzi rischioso. Si trama infatti contro di lui cercando di sopprimerlo. Non è quanto è capitato e capita ai profeti di ogni tempo, e a Gesù stesso?
Eppure è proprio da loro che è venuta e continua a venire la salvezza. La loro voce ha continuato a sollecitare al di là della stessa morte, anzi l'eliminazione fisica l'ha come amplificata, sigillando la parola con la testimonianza indiscutibile del dono della vita.
Il battersi per un ideale in cui si crede fermamente, fino a pagare di persona, spinge a interrogarsi, a rivedere le proprie meschine posizioni e infonde il coraggio di cambiare rotta.
È questo un atto di autentico amore, teso ad aprire gli occhi di chi sta per scivolare nel baratro, perché si fermi in tempo ritraendosi da una posizione pericolosa.
Un atto che presuppone ascolto attento dello Spirito, distacco da se stessi e dalle proprie vedute, e disponibilità a farsi umilmente portavoce di Dio. Se mancano questi presupposti c'è il rischio di battersi presuntuosamente per la propria autoaffermazione, magari inconsciamente. Si crede di servire Dio e si serve l'io. Questo non solo non aiuta nessuno, ma è deleterio.
Prima di battersi con la parola, anzi più importante di questo, è la testimonianza silenziosa, costante di una vita che si spende per ciò che crede e quindi convince.
Signore, è più facile additare e condannare il male e così tranquillizzare la propria coscienza, che impegnarsi in una testimonianza, anche solo non verbale, che può diventare scomoda. Ma questo mi dissocia da te che ti sei spinto a farti nostro fratello proprio "per essere in mezzo" e così salvarci. Donami docilità e disponibilità di cuore per restare ancorato a te nelle mie proposte, e coraggio per espormi dinanzi ai fratelli.
La voce di un teologo luterano
Può darsi che domani spunti l'alba dell'ultimo giorno: allora, e non prima, noi interromperemo volentieri il nostro lavoro per un futuro migliore
Dietrich Bonhoeffer

 

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