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TESTO Dio chiama dei peccatori per annunciare la Sua Parola

don Luigi Trapelli

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (10/02/2013)

Vangelo: Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Il racconto del Vangelo di Luca di oggi parla della chiamata dei primi discepoli.

In particolare di Simon pietro e dei fratelli Giacomo e Giovanni.
Dio si serve di alcune persone per compiere la sua missione.
Sono persone che non si ritengono a posto, ma dei peccatori.
Dio chiama dei peccatori ad annunciare la Buona novella.

Gesù, nel Vangelo di Luca, non ci presenta subito la chiamata dei discepoli, ma prima compie un tratto da solo.
E' un modo di agire che noi usiamo normalmente.

Prima di accogliere o meno una persona, la studiamo, vediamo come si comporta e solo dopo operiamo la nostra scelta.

Accogliamo una persona, diventiamo amici o rimaniamo distanti, solo quando abbiamo capito qualcosa di quella persona.

Simone e i suoi amici non hanno pescato niente durante la notte.
Sono stanchi e delusi.

Gesù li invita a gettare di nuovo le reti e a prendere il largo.
Infonde loro fiducia.
" Sulla tua parola getterò le reti".

I discepoli hanno capito che Gesù è una persona significativa, si fidano di Lui.

Capiscono che senza di Lui non sono nulla, mentre con Lui sono tutto.

Non sulle nostre forze e capacità giochiamo la nostra esistenza, ma sulla Parola di Gesù siamo disposti a gettare le reti della nostra vita.

Imparare a prendere il largo, osare, uscire dal chiuso dei nostri condizionamenti, dalle nostre visioni ristrette.

Quando mettiamo il nostro io al centro, o le nostre ideologie, viviamo un'esistenza sterile.

Dio ha bisogno di me per la pesca, ma senza Dio non sono nulla.

Davanti al prodigio Simone, a cui viene dato per la prima volta nome di Pietro, cade alle ginocchia di Gesù e si proclama peccatore.
Anche i chiamati sono dei peccatori.
Dio non viene a chiamare i sani, ma i peccatori.

Siamo troppo abituati a giudicare gli altri, per cui non ci accorgiamo della trave che è dentro il nostro occhio.
Siamo persone fragili, che sbagliano spesso.
Siamo peccatori bisognosi di un amore che ci supera.
Dio ci chiama nonostante e proprio grazie ai nostri peccati.

La santità consiste nel riconoscersi umili peccatori davanti a Dio.

Adesso Pietro può diventare non più pescatori di pesci, bensì di uomini.
La sua pesca è cambiata, nasce un'esistenza nuova.

 

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