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TESTO Commento su Genesi 1,26

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Martedì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (12/02/2013)

Brano biblico: Gen 1,26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Facciamo l'uomo a nostra immagine
Gen 1,26

Come vivere questa Parola?
Una libera decisione di Dio è all'origine del nostro esistere come uomini e non il caso. Una decisione che ci iscrive in un orizzonte luminoso riscattandoci dalla fragilità di cui siamo impastati. Certo, siamo parte di questo pluriuniverso: un piccolo effimero frammento di esso, ma con una insopprimibile chiamata a trascenderci che reca l'impronta della Sorgente da cui siamo sgorgati.
Un Dio che chiama per nome, che apre il dialogo. E a fronte l'uomo che interroga l'universo con la sua insaziabile fame di conoscere di sapere... Immagine di un Dio-dialogo perché un Dio-Amore.
Un Dio-Trinità che si direbbe alla ricerca di un "tu" che gli sia quasi alla pari, capace di rispondergli e di rispondere all'insegna della libertà, capace di stringere relazioni in cui trovare ed essere pienamente se stesso. Ed ecco disegnarsi il volto umano con il suo insopprimibile bisogno di rispecchiarsi, a sua volta, in un "tu" che sia "carne dalla sua carne", per spingersi poi oltre, fino a riallacciare il dialogo iniziale con la Parola fattasi appositamente carne. Qui l'uomo è e realizza pienamente se stesso.
Ogni volta che la dimensione relazionale viene a incrinarsi o addirittura ad infrangersi, l'uomo sperimenta dentro di sé come una ferita insanabile, una dissociazione interiore. È come se gli fosse sottratta una parte di se stesso. E non si può vivere così, spaccati interiormente.
Tanta aggressività in noi stessi e nella società, tante vite che si spengono accartocciate su se stesse sono il frutto di questo attentato al nostro essere "immagine" di un Dio-dialogo.
Ed io, mi chiederò quest'oggi, come accolgo e gestisco questo mio essere "immagine"? Ci sono nella mia vita persone che ho in qualche modo emarginate, cancellate dai miei interessi, avviando così per loro, ma anche per me, un processo di morte?
Signore, tu ci inviti ad essere fecondi, cioè a comunicare vita. Aiutami a pronunciare il nome del fratello, come tu pronunci il mio e così mi fai esistere. Aiutami a lasciare all'altro lo spazio e il diritto di essere se stesso, pienamente.
La voce di un teologo
È nel dialogo che ciascuno trova la verità del suo essere.
Yves Congar

 

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