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TESTO E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio

Riccardo Ripoli  

Giovedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/02/2013)

Vangelo: Mc 6,7-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Ogni cosa la si può sempre vedere da almeno due punti di vista, ed ogni oggetto può servire per almeno due scopi.

Il buongiorno di stamani è arrivato ascoltando il telegiornale mentre mi vestivo. La prima notizia è stata quella dell'arresto di tifosi della Lazio e della Roma per l'assalto al pub della capitale per aggredire dei ragazzi inglesi, colpevoli di essere supporter della loro squadra di calcio.

"Un gruppo di persone, con volti mascherati, armati di coltelli, spranghe e bastoni avevano fatto irruzione nel pub di Campo de' Fiori e avevano aggredito sette tifosi inglesi, ferendone uno in modo grave" - R. ''irrompeva nel pub come un lupo in cerca della sua preda, colpiva con calci e pugni chiunque gli venisse a portata di mano'' - L'irruzione al pub fu preceduta da un lancio di gas asfissianti per facilitare l'azione e neutralizzare la reazione delle vittime''.

Il bastone è un segno di guida, di appoggio, indicato da Gesù come l'unica cosa che gli apostoli devono avere nel loro viaggio di apostolato. Il bastone usato da questi ragazzi per punire, picchiare, magari uccidere.

Quale lo scopo di questa follia omicida? La fede nel calcio, la mancanza di valori e di principi, l'insegnamento che un bastone serve per picchiare e non per appoggiarvisi durante il cammino verso il prossimo.

mai generalizzare, per ogni ragazzo che picchia, ce ne sono molti altri che sono bravi, ma come tutte le cose non hanno un significato soltanto bianco o nero e possiedono mille sfumature, credo che sia il caso di interrogarsi su quale sia la direzione che noi genitori, educatori, insegnanti, media indichiamo alle nuove generazioni.

Il Signore ci indica un cammino di fratellanza, accoglienza, amore e pace al punto da dirci che se non saremo ricevuti ed accolti non dovremo far altro che andarcene da quella casa per portare il nostro amore a qualcun altra.

Se, come è ovvio, la maggior parte delle famiglie non insegnano la violenza ai loro ragazzi, siamo sicuri che la maggior parte insegni loro la pace? Quante volte sento parlare gli adulti e dire "quello lo ammazzerei" o "quella persona la metterei in galera e butterei via la chiave, ci vorrebbe la pena di morte" oppure a quanti litigi per futili motivi di precedenza, condominio, eredità, discussioni che sfociano spesso in forti litigate. Questo è l'esempio che diamo ai nostri figli che magari da una nostra parola detta in un momento di rabbia del tipo "prenderei un bastone e lo dari sul capo a quella carogna" ne traggono un insegnamento e magari un giorno prendono davvero quel bastone per picchiare qualcuno.

Il Signore ci insegna a non giudicare, non giudichiamo gli altri, ma limitiamoci ad andarcene quando ci viene impedito il dialogo, lasciando a Dio il compito di aiutare quella persona a capire i suoi errori. Insegniamo ai nostri ragazzi ad andare verso il prossimo, a dialogare, a portare un messaggio pace.

Il nostro mondo è come un piatto succulento fatto di valori e principi preparatoci da Dio e tutti noi, anziché assaporarlo, ci improvvisiamo cuochi provetti pronti a criticare ogni aspetto, così ci sarà chi aggiunge sale, chi il pepe ed il peperoncino, chi alzerà la fiamma o aggiungerà il brodo.

Ma non sarebbe meno complicato mangiare ciò che il Signore ci ha messo su un piatto d'argento ed invitare tutti coloro che incontriamo a fare festa con noi?

 

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