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TESTO E anche a te una spada trafiggerà l'anima

Riccardo Ripoli   Amici della Zizzi

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Presentazione del Signore (02/02/2013)

Vangelo: Lc 2,22-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

Forma breve (Lc 2,22-32):

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

O Dio esiste o Dio non esiste. Per quale di queste due ipotesi volete scommettere? diceva Pascal, il filosofo che aveva un grandissimo rispetto sia per coloro che credevano che per coloro che non credevano, ma detestava chi restava indifferente al problema.

Resta comunque indifferente colui che per praticità dice di credere o di non credere. Vagliare le due ipotesi per poi scommetterci sopra tutta la propria vita ha un senso, altro è indifferenza è opportunismo.

Vittorio Messori nel suo bellissimo libro Ipotesi su Gesù ci fa un esempio emblematico. La nostra vita è come quella di un tale che venga prelevato durante il sonno senza che si accorga di nulla e posto sulla carrozza di un treno. Quando si sveglia si ritrova in uno scompartimento che viaggia molto velocemente nella notte e dai finestrini vede tutto buio. Non sa da dove sia partito e dove sta andando e le altre persone che trova hanno subito la stessa sorta.

Questo individuo ha due opzioni. La prima è quella di valutare il suo scompartimento, analizzare la realtà che lo circonda per poi adagiarsi e "subire" il viaggio nella comodità della carrozza. Nella seconda cerca di capire da dove il treno sia partito e dove vada, si interroga, parla con gli altri passeggeri, ipotizza varie tesi, si fa un'opinione.

Chi vive nell'indifferenza cerca mille altre occupazioni per non pensare al senso della vita, alla morte, a Dio. Eppure viviamo in un mondo, dice sempre Pascal, dove l'infinito è ovunque. E' prima ed è dopo, e noi siamo solo un minuscolo attimo nella vita dell'universo, come è possibile non prendere in considerazione tutto ciò che ci circonda, vivere alla giornata per non pensare a ciò che sicuramente avverrà? La morte è cosa certa, eppure è da sempre un tabù per molti. Non ci vogliamo pensare per non soffrire, ma poi quando questa ci tocca soffriamo perché non siamo preparati ad affrontarla, abbiamo riso e scherzato e non ci siamo chiesti dove andremo, cosa troveremo, non avremo dato una motivazione alla nostra vita. Vivere alla giornata, distogliere lo sguardo dai tanti bambini che soffrono, dalle miserie umane, rinchiudersi nel proprio mondo dorato ci fa convincere che la sofferenza non potrà mai toccarci, ma tutti noi sappiamo che è solo illusione.

Tante volte ho pensato alla figura di Simeone, colui che disse a Maria "E anche a te una spada trafiggerà l'anima" come ad un uccellaccio del malaugurio. Mi dicevo da ragazzino "Ma perché Simeone dice alla Madonna che dovrà soffrire? Se anche fosse vero, come è stato, perché dirglielo, farla soffrire?"

Oggi ne capisco il senso. Non era cattiveria o cattivo presagio, ma amore perché voleva prepararla ad affrontare questa sofferenza che Maria non ha mai rifiutato. La vediamo sempre gioiosa e sorridente al fianco di Gesù, incurante delle pene che dovrà affrontare, tassello importante perché la Volontà del Signore si compia.

Anche noi siamo delle pedine di questa grande scacchiera che è la vita, che è il grande mistero di Dio. Anche noi siamo avvertiti che dovremo soffrire, e non poco. Più faremo e maggiormente soffriremo, ma è per questo che siamo nati, è per questo che siamo stati messi su questo treno che corre velocissimo verso l'infinito, meta del nostro brevissimo viaggio.

Non siate indifferenti, non abbiate paura di soffrire, uscite dal vostro scompartimento, dialogate con le persone che incontrate, consolate le più deboli, accudite i bambini spaventati che si ritrovano a viaggiare senza nessuno che li accompagni o, peggio, con qualcuno che fa loro del male, altrimenti saremo solo "pacchi campione senza valore che l'ostetrico spedisce al becchino".

 

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