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TESTO Commento su Luca 2,30-32

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Presentazione del Signore (02/02/2013)

Vangelo: Lc 2,30-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

Forma breve (Lc 2,22-32):

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele

Lc 2,30-32
Come vivere questa Parola?
La liturgia odierna per un momento dal "tempo ordinario" ci riporta al "tempo iniziale" della nostra salvezza, alla riflessione sul mistero del Figlio di Dio incarnato che adempie anche tutte le prescrizioni esposte nella Legge di Mosè. Lo vediamo quindi presentato nel tempio a Gerusalemme, consacrato al Signore come ogni maschio primogenito del popolo d'Israele.
Quel tempio però è soprattutto casa del Padre suo. E lui, quel bambino ancora il fasce, è il Cristo, il Messia promesso, l'unto del Signore annunciato dai profeti e atteso dai secoli. È la prima volta che vi entra e già smuove gli animi, anche se ancora in modo silenzioso,...perché il tempo ancora non è opportuno. Non però per il vecchio Simeone, uomo giusto e pio che aspettava la consolazione di Israele (cf Lc 2,25) che, mosso dallo Spirito Santo, si reca in tempio, accoglie tra le braccia il bambino, benedice Dio e... canta! Canta commosso perché comprende che è arrivata la salvezza del Signore: per lui, per il suo popolo, per tutte le genti. Riconosce, con i suoi occhi e nel suo cuore, in quel bambino il Salvatore. Ma profetizza anche che quella luce tanto attesa e invocata sarà per molti segno di contraddizione e non di risurrezione perché non riusciranno ad accogliere i suoi pensieri, la luce della sua parola che svelerà i pensieri di ogni cuore umano.
Come già gli avvenimenti precedenti, anche il cantico e la profezia di Simeone riguardo il bambino stupiscono il padre e la madre di Gesù (cf Lc 2,33) che solo più tardi comprenderanno il senso di quel stare nella casa del Padre suo e del occuparsi delle cose del Padre suo (cf 2,49). Questo infatti vuol dire, anche per Gesù, essere consacrato a Lui: compiere la missione per cui è stato inviato, essere luce e salvezza per tutte le genti, per ogni figlio d'Israele, per ogni uomo.
Rafforza, Signore, la nostra fiducia in te, purifica la nostra fede, sostienici con la tua grazia affinché con gioia portiamo a compimento la nostra vocazione: essere tuoi discepoli e testimoni, luce per rivelarti alle genti, per la Tua gloria.
Dal Messaggio per la 17a Giornata Mondiale della vita consacrata:
«In Cristo ci riscopriamo amati da Dio, già consacrati a Lui mediante il battesimo, chiamati all'offerta di noi stessi nell'amore, sostenuti dalla grazia dello Spirito. In Lui ritroviamo ogni giorno il senso della nostra vocazione e la gioia di essere discepoli e testimoni».

 

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