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TESTO Commento su Ebrei 3,14

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Giovedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (17/01/2013)

Brano biblico: Eb 3,7-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Siamo diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall'inizio
Eb 3,14

Come vivere questa Parola?
La grandezza della nostra vocazione umana, convalidata e accresciuta dall'inserimento in Cristo in forza del Battesimo, non è un dono garantito una volta per sempre. Certo, Dio non ritratta i suoi doni, ma la loro realizzazione è affidata alla nostra corrispondenza. La grandezza della chiamata permane, ma attende il libero consenso della creatura per concretizzarsi nel suo vissuto.
Anche i Giudei, ammonisce la lettera agli Ebrei, nonostante fossero il popolo eletto e avessero sperimentato la munificenza del Signore, non poterono entrare "nel riposo di Dio", non perché il Signore non mantenesse la sua parola, ma per il loro ostinato vagare lontano da lui.
Riconoscere la propria grandezza è solo il primo passo, indispensabile, certo, ma guai a fermarsi qui!
Ciò che siamo per vocazione è affidato alle nostre mani perché diventi realtà esistenziale: io sono affidato a me stesso, sono responsabile del mio realizzarmi o del mio autodistruggermi, perché fondamentalmente chiamato a collaborare con Dio nell'edificare me stesso e la realtà che mi circonda.
Si tratta di assumere sul serio il mandato genesiaco: "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse" (2,15). E quel giardino innanzitutto sono io e poi tutto il creato.
Chiamati a ricalcare l'immagine di Cristo, inseriti in lui per la vita sacramentale a cui abbiamo liberamente aderito, dobbiamo soltanto perseverare nel corrispondere momento per momento alla grazia, nella consapevolezza che colui che fa crescere il seme fino alla piena maturazione è Dio, ma non senza il concorso attivo del contadino.
Voglio riassumermi responsabilmente il compito di crescere verso la piena statura di Cristo, riconfermando quotidianamente il mio fiducioso affidarmi a lui.
Perché protestarti continuamente la mia fiducia quando conosco la mia volubilità? Con ogni uomo che sperimenta la propria debolezza, mi getto ai tuoi piedi e grido: " Signore, io credo, ma tu aumenta la mia fede, vinci la mia ricorrente incredulità!"
.
La voce di un Santo
La preghiera che è necessario fare è questa: "O Signore, accresceteci la fede!"
S.Luigi Orione

 

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