TESTO Commento su Prima Corinzi 3,16
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Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2012)
Brano biblico: 1 Cor 3,16
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13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
1 Cor 3,16
Come vivere questa Parola?
Nella comunità di Corinto fazioni contrapposte attentano all'unità ecclesiale. C'è chi si dichiara per Paolo e chi per altri evangelizzatori vantandosi discepoli dell'uno o dell'altro. Paolo interviene con forza indicando in se stesso e negli altri dei semplici collaboratori di Dio: a lui è stato affidato il compito di gettare le fondamenta, ad altri quello di tirar su le mura ma la costruzione è di Dio. Un edificio santo, dunque, non costruito con materiale inerte ma con pietre vive: noi siamo il tempio di Dio.
È interessante notare che il termine greco tradotto con "tempio" indica esattamente la parte più interna di esso, quella che ospitava la divinità. L'accento cade allora sulla presenza misteriosa ma reale dello Spirito Santo in ciascun membro e nell'intera compagine ecclesiale. Una presenza che, come indica il tempo presente adottato indicante continuità, è permanente.
Attentare all'unità di questa realtà sacra è, di conseguenza, profanare la dimora dell'Altissimo. E questo vale sia per la Chiesa universale, sia per ciascuna sua porzione: Diocesi, parrocchia, famiglia, comunità, perché in ogni sua porzione si realizza la presenza santificante e coagulante dello Spirito, vincolo di amore da cui procede l'unità nello stesso grembo trinitario.
La mia famiglia, la mia comunità, la mia parrocchia sono il "ναòς" il ricettacolo più interno in cui dimora stabilmente lo Spirito Santo, Dio stesso. Terra santa dunque che non posso calpestare sconsideratamente attentando alla sua unità. Sarà questo l'oggetto del mio adorante rientro al cuore.
Perdona, Signore, tutte le volte che ho profanato, con estrema leggerezza, la tua dimora, non prendendo in seria considerazione che il vincolo di unione su cui si fonda sei tu stesso.
La voce di un testimone
Vedendo la bellissima collana, come in un sogno ammirai, soprattutto, il filo che univa le pietre e si immolava anonimo, perché tutte formassero una unità.
Hèlder Camara