TESTO Commento su Primo Daniele 7,13-14; Salmo 92; Apocalisse 1,5-8; Giovanni Gv 18,33-37;
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XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) - Cristo Re (25/11/2012)
Vangelo: 1Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37
33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Con questa domenica siamo giunti alla fine dell'anno liturgico. Nel corso di questo anno abbiamo ascoltato e meditato le pagine più importanti del Vangelo di Marco, nel quale abbiamo letto il racconto della prima missione di Gesù: «Gesù cominciò a predicare il suo messaggio dicendo "Cambiate vita, perché il Regno di Dio è vicino!"» (Mt 4). Da quel punto in poi il "Regno di Dio" rimane il centro della Sua predicazione e delle Sue azioni. Una costruzione del Regno che incomincia in questo tempo, ad opera di quanti ne hanno raccolto il messaggio e si sono messi a servizio del mondo.
Come abbiamo fatto domenica scorsa, vi proponiamo, a commento delle letture di questa domenica, un'altra sintesi di un articolo apparso su "Settimana Attualità Pastorale del 14 ottobre 2012 - n° 9". Si tratta di una testimonianza di una coppia di sposi
"Una lettura superficiale del brano evangelico potrebbe dare un'idea puramente escatologica del regno di Dio («II mio regno non è di questo mondo»; «il mio regno non è di quaggiù»). [...] Ma basta guardarsi intorno per accorgersi che il regno di Dio è stato ed è sempre presente fra di noi: non è "di" questo mondo perché ha caratteristiche assolutamente diverse dai regni creati dall'uomo, ma è "in" questo mondo, anche se purtroppo non sempre e non ovunque. [...] Testimonianze dell'esistenza del regno di Dio su questa terra sono sempre state presenti nella nostra vita di coppia, e continuiamo a coglierne numerose in noi stessi e nel nostro prossimo: il volontariato e ogni altra forma di aiuto disinteressato ai fratelli bisognosi; [...] lo spirito di fratellanza che ci lega nelle riunioni di comunità e, in particolare, l'esperienza di paradiso in terra che ci ha fatto vivere il popolo dei nostri amici in occasione delle nostre nozze d'oro; l'amore premuroso, immutato da sessantanni, con cui la nostra sorella Nuccia assiste il marito Antonio; lo spirito cristiano del nostro amico Agatino che, dalla sua sedia a rotelle, ci ha insegnato come va vissuta la disabilità e che riesce a superare le sue enormi difficoltà di comunicazione per trasmetterci messaggi di amore cristiano; la gioia che pervade il nostro cuore quando, come ministri straordinari, distribuiamo l'ostia consacrata ai nostri fratelli e sorelle, e l'ansia gioiosa di riceverla che cogliamo nei loro occhi. Il regno di Dio non è di questo mondo ma si costruisce in questo mondo. [...] Costruiamolo, questo regno di Dio che Gesù ha portato sulla terra. Difendiamolo e diffondiamolo: non con parole, proclami, cerimonie e fuochi d'artificio [...]; non con l'alterigia e la boria di chi si ritiene il migliore; non con la violenza e le armi che tanto spesso dequalificano altre religioni; ma con la strategia che deve caratterizzare il cristiano, quella dell'amore fraterno (Gv 13,35), e con la tattica dell'esempio e della testimonianza". ("La regalità di Gesù" - Rosanna e Florindo Mollica).
Gesù dice a Pilato: «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». La verità è la condizione fondamentale per trasformare il mondo, è la rivelazione definitiva dell'amore di Dio per gli uomini che Gesù porta e che si identifica con Lui stesso. L'invito di Gesù è chiaro: dobbiamo bandire dalla nostra vita l'ambiguità e l'ipocrisia e iniziare a essere più testimoni. Egli infatti appariva debole, schiacciato, ma si è rivelato come il Vincitore.
La regalità di Cristo è una regalità di servizio, donazione, oblazione e il suo regno segue la logica dell'amore e non del potere, della verità e non della menzogna, della bontà e non dell'odio, della giustizia e non della cattiveria e dell'egoismo. Egli offre la sua vita e la dà pienamente, fino a versare il sangue per la nostra salvezza e redenzione.
E' questo in sintesi il messaggio che le letture di oggi ci vogliono trasmettere, a noi la capacità e la volontà di calarle nella nostra vita quotidiana nella vita di coppia, in famiglia, nella società, come ci hanno ricordato i coniugi Mollica, per iniziare quella costruzione del Regno, qui ed ora, che Gesù ci ha invitato a realizzare con la testimonianza della sua vita e con l'insegnamento che ci ha lasciato nel suo Vangelo.
Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- Quali sono le nostre reazioni a questa riflessione?
- Quali segni della presenza del Regno Dio in questo mondo cogliamo nella nostra vita?
Commento a cura di Don Oreste, Anna e Carlo - CPM Torino