TESTO Commento su Sapienza 7, 7-11; Salmo 89; Ebrei 4,12-13; Marco 10,17-30
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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (14/10/2012)
Vangelo: Sap. 7, 7-11; Sal 89; Eb. 4,12-13; Mc. 10,17-30
17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Domenica scorsa abbiamo ricordato la creazione dell'uomo e della donna da parte di Dio. Dio li ha creati maschio e femmina, di pari dignità, li ha creati l'uno per l'altra, perché formassero nel mondo la famiglia umana a immagine della trinità. Nella seconda parte del vangelo Gesù coccola i bambini che lo hanno accolto con semplicità, e per questo entreranno nel regno dei cieli.
In questa domenica Nella prima lettura tratta dal libro della Sapienza, ci viene ricordato come la saggezza umana ha un valore. Ma ce ne un'altra, infinitamente superiore: quella che viene da Dio.
Quando si è compreso il suo inestimabile valore, bisogna chiederla con una continua preghiera, come ci insegna Salomone, che implorava, chiedeva, pregava per avere questa sapienza di Dio, infatti stimava la sapienza più grande di tutte le ricchezze, del suo stesso potere, della salute, della bellezza.
Il ritornello del salmo 89: "Saziaci, Signore, con il tuo amore, gioiremo per sempre " ci fa comprendere come le ricchezze passano, solo l'amore di Dio resta. Egli stesso ci aiuti a comprenderlo.
Nella seconda lettura l'apostolo Paolo scrivendo agli Ebrei ricorda che la Parola di Dio è viva, creatrice, efficace più tagliente di ogni spada a doppio taglio, infatti: "la parola di Dio" indica il Cristo, Verbo fatto carne, che fa conoscere la volontà del Padre. Impossibile ingannare questa "Parola viva", spesso corrosiva, ma sempre salutare.
L'evangelista Marco nel vangelo ci presenta un giovane che corre incontro a Gesù e chiamandolo "maestro buono" gli chiede cosa deve fare per avere la vita eterna, poiché, sin dalla giovinezza ha sempre osservato i comandamenti.
Gesù gli chiede: "Perché mi chiami maestro buono, buono è solo Dio" e poi voltandosi lo guardò e lo "amò"e gli disse che solo una cosa gli mancava per avere la vita eterna: "va, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi".
Il giovane diventò triste e si allontanò, infatti aveva molti beni. Gesù "amerà" per sempre quel giovane.
Il discepolo mancato se ne è andato avvilito, triste perché ha misurato fino in fondo quello che Gesù pretende da chi lo segue.
Avere una vita liberata da tutte le schiavitù, ecco la proposta rivoluzionaria di Cristo.
Gesù rivolgendosi ai discepoli continuò dicendo che è più facile che un cammello passi per la crune di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli. E a Pietro che chiedeva cosa sarebbe successo a loro che avevano lasciato tutto per seguirlo? Gesù rispose con la frase: "non esiste nessuno che abbia lasciato fratelli, madre, sorelle, campi, case nel mio nome che non sarà ricompensato nei cieli anzi lo sarà sin da ora". Importante per noi sposi sentire che Gesù non nomina marito e moglie!
Gesù non ci chiede di vivere in povertà, ci chiede di vivere mettendo lui al primo posto nella nostra vita. Se al centro del nostro cuore mettiamo il Cristo, sarà facile amare e troveremo posto anche per tutti i nostri cari, non esisterà in noi l'egoismo. Le ricchezze di per sé non sono un male, il male sta nell'accumulare per possedere senza condividere con chi è meno fortunato di noi.
Esistono poi anche coloro che pur non avendo ricchezze sono però ricchi di cultura e per questa loro caratteristica si sentono su di un piedistallo, ad un metro più su degli altri, si appagano del loro sapere e non riescono a creare la vera comunità.
Ancora, molte volte, nei nostri gruppi parrocchiali, si trovano persone che fanno volontariato e fanno tanto ma sostanzialmente per realizzare sé stessi.
Diremo allora che per "seguire" Gesù, cioè, "essere suo discepolo", bisogna sì osservare i comandamenti, ma soprattutto non anteporgli assolutamente nulla, perché egli è il Salvatore. Questo attaccamento esclusivo alla sua persona, richiesto a tutti, risulta particolarmente difficile per coloro che possiedono grandi ricchezze: nessuno può salvarsi con le sue proprie forze, solo se noi viviamo in comunione con il Cristo possiamo realizzarlo.
Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- Preghiamo per chiedere la "sapienza" del cuore?
- Come cristiani al centro del nostro cuore c'è il Cristo, ma nelle nostre giornate, nei problemi quotidiani ce ne ricordiamo?
- Forse non tutti siamo ricchi, ma la vita agiata e serena che conduciamo ci impedisce di vedere il volto del Cristo e di accoglierlo nella nostra vita?
- Le nostre case sono piene di oggetti o abiti o altro che non usiamo da molto tempo, siamo disposti a condividerle con chi ne ha bisogno?
Commento a cura di Gianna e Aldo - CPM Genova