TESTO Dio si dona a tutti nella fede sincera del cuore
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (18/08/2002)
Vangelo: Mt 15,21-28
In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
"Pietà di me, Signore, mia figlia sta molto male". "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". "Non sono sto inviato che alle pecore perdute della casa di Israele"."Signore aiutami". "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". "Sì, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla mensa dei figli". Che dialogo serrato, che fede, che forza in questa donna, così presa dalla sofferenza della figlia!
E Gesù non solo l'esaudisce, ma la loda e la indica come esempio: "Davvero grande è la tua fede!".
Questo è un incontro di Gesù con una donna Cananea, pagana; questo è il miracolo della guarigione della sua figlia, questo è un incontro di salvezza, avvenuto per la potenza di Cristo Signore e per la fede di una donna sofferente. Difatti Gesù dirà: "Se avrete fede come un granellino di senape, potrete spostare le montagne; perché nulla è impossibile a chi crede, perché nulla è impossibile a Dio".
E ora altre riflessioni. Sullo sfondo dell'episodio raccontato da Matteo c'è il problema del rapporto tra i cristiani di origine pagana e quelli di origine ebraica all'interno della Chiesa primitiva. Gesù aveva detto che non bisognava dare "le cose sante ai cani". E "cani" erano chiamati normalmente dai Giudei i pagani, perché chi non conosce Dio trascorre la sua vita senza una meta precisa, come un cane randagio. Da qui nasce il problema: come comportarsi nei confronti di coloro che, essendo sempre stati lontani da Dio, ora pretendono di ricevere lo stesso pane dei figli? E' per questo che Gesù risponde: "non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini": ciò che è prezioso non va sprecato, dandolo a chi non capirebbe. Ma ciò che permette di accogliere il dono non dipende dal passato di una persona, dalle sue origini sociali, culturali o religiose. E' l'accoglienza della Parola, la capacità di comprendere che essa è un dono prezioso, è cioè la fede, che apre le porte del regno di Dio anche a chi è lontano per razza e nazionalità, e ha vissuto finora magari come un cagnolino. A tutti costoro Gesù risponderà sempre: "se davvero grande è la tua fede, sia fatto come desideri".
La salvezza del Signore, ormai, è per tutti i popoli!
Il Signore ci fa vedere che non possiamo escludere, secondo i nostri criteri di giudizio (a volte superficiali) coloro che non hanno condiviso con noi la stessa storia di vita, le stesse esperienze, le stesse idee.
Per noi non è sempre facile accogliere chi è diverso e qualche volta assecondiamo gli altri non per cordiale apertura nei loro confronti, o per sincera voglia di condivisione, ma per liberarci di una presenza fastidiosa: "vedi come ci grida dietro!": Come quando facciamo l'elemosina, per toglierci di mezza chi ci fa perdere tempo e ci infastidisce, per non esaminarci come siamo chiamati a qualcosa di molto più giusto e grande di una semplice offerta, per rivedere il nostro stile di vita, per mettere in atto forme di reale condivisione, per collaborare a veri progetti di promozione umana.
Un altro aspetto sollecitato dalla pagina evangelica riguarda il nostro modo di rivolgerci a Dio nei momenti di grande bisogno. Spesso accade anche noi come alla donna del vangelo: ci pare che Gesù non ci rivolga neppure la parola, mentre gridiamo a lui tutto il nostro dolore. Sono questi i momenti in cui la nostra fede viene messa alla prova. Il silenzio di Dio invece di farci rimanere più decisamente di fronte a Lui, di farci confidare di più nella sua misericordia, nella certezza che non volterà la testa dall'altra parte, ci allontana scandalizzati. E così non riusciamo nemmeno ad accorgerci che, silenziosamente, egli aveva già accolto il nostro grido, ma gli mancava il credito accordatogli da una fede sincera che sa scommettere davvero sulla volontà del Padre che cerca sempre il bene dei suoi figli.
Alcune domande: - qual è il nostro atteggiamento verso Dio quando ci troviamo nel bisogno?
- qual è il nostro atteggiamento verso gli altri, quando li vediamo diversi, quando facciamo fatica all'accoglienza, alla comprensione dei loro problemi, alla condivisione?
- Com'è il nostro rapporto con le persone di altre religioni, con gli indifferenti...
Il Signore vuole la salvezza i tutti e chiama anche noi a collaborare alla sua opera di evangelizzazione e di salvezza.