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TESTO Quello che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi

Riccardo Ripoli   Amici della Zizzi

Venerdì della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (17/08/2012)

Vangelo: Mt 19,3-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il fondamento della Famiglia è l'unione tra uomo e donna. Non solo un'unione carnale, ma soprattutto un'unione spirituale. Due cuori che si incontrano, si innamorano, si uniscono in matrimonio davanti a Dio e solo Dio li può separare con la morte.

Oggigiorno purtroppo si assiste a continui stravolgimenti dell'idea della Famiglia. Migliaia i divorzi e le separazioni - quasi il 50% dei matrimoni - senza contare le separazioni di coppie conviventi non sposate, nonché migliaia i bambini che soffrono per questa condizione ed avranno turbe, insicurezze e problemi per tutta la vita.

Cosa significa unirsi? Vuol dire fare un progetto di vita, adulto, responsabile, basato non sui sogni o sui desideri, ma su fattori concreti legati ad aspetti che possano dare sicurezza e stabilità ad un matrimonio e certezze ai figli che il Signore vorrà mandare. Pazienza, rispetto, amore, dialogo sono i capisaldi basilari per un'unione duratura. Alti e bassi ci sono in ogni rapporto, ed una convivenza stretta con un'altra persona non è facile, ma allo stesso modo non è a volte semplice convivere con sé stessi, con le proprie paure, angosce, preoccupazioni, ma così come non possiamo tagliare la parte di noi che non ci piace, parimenti non ci è lecito allontanare da noi la moglie o il marito che Dio ci ha cucito addosso in virtù del matrimonio.

C'è oggigiorno troppa faciloneria a sposarsi, non si pensa seriamente che ciò che stiamo facendo è un progetto che durerà tutta la vita, un qualcosa che non dovrà essere sciolto, un dialogo con l'altra parte spesso difficile ma necessario per il bene dei figli. Si pensa troppo spesso a noi, mettiamo avanti il nostro egoismo, la voglia di divertirsi, provare nuove esperienze, evadere dalla realtà, volersi sentire giovani anche cedendo alle lusinghe di uomini e donne più giovani. Ma la responsabilità verso i figli e l'amore per loro dove sono finiti? E' possibile che non ci sia più in noi un briciolo di spirito di sacrificio per la propria prole? Quanti bambini oggi crescono con l'idea che sia giusto avere due mamme e due papà? Quanti ricevono educazioni diverse, nella confusione più totale, a seconda che trascorrano del tempo con la famiglia del padre o con quella della madre? Quanti rifuggono il matrimonio per la paura di dover passare le stesse pene occorse alla loro famiglia? Quanti figli vengono usati dai genitori per contrastare il proprio coniuge, o addirittura per vendicarsi di esso?

Il matrimonio è una scelta di vita, non legata alla moda o al desiderio di un momento, e non deve essere presa alla leggera perché quando la intraprendiamo deve essere per sempre, qualunque cosa accada e si deve far di tutto perché sia una buona relazione affinché i figli crescano sereni e con buoni esempi di vita.

 

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