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TESTO Il Signore fa crescere il bene con la sua potenza

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (17/06/2012)

Vangelo: Mc 4,26-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 4,26-34

26Diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Gesù ci dona oggi due parabole dove in entrambe il protagonista è un seme che, con la sua forza cresce, porta frutto e diventa un grande albero! Potremmo dire che una delle caratteristiche di queste parabole è la sproporzione! Nella prima parabola infatti abbiamo una sproporzione di azioni tra quelle dell'agricoltore, che semina e compie la mietitura, a fronte delle tante azioni che invece il seme compie: germina - cresce - produce lo stelo - produce la spiga - produce il grano! Nella seconda parabola abbiamo invece una sproporzione di misura tra la condizione iniziale del granello di senape (il più piccolo!) che diventa un albero (il più grande!).

Gesù oggi ci incoraggia ad accogliere e continuare a vivere il vangelo nella nostra vita nonostante le nostre debolezze e i nostri scoraggiamenti, a cercare di far fruttificare la verità della sua Parola nella nostra storia. "Così è il regno di Dio, come un uomo che getta il seme sul terreno...". Troppo spesso ci imbattiamo in analisi frustranti e depressive della vita. Vorremmo vedere risultati basati sui nostri parametri di successo, vorremmo vedere frutti immediati e invece ci ritroviamo spesso avvitati su noi stessi in letture della realtà troppo umane... la parabola del seme che cresce spontaneamente ci ricorda invece che il nostro ruolo deve concentrarsi sul "continuare a seminare", continuare ad annunciare il vangelo, la Parola di Dio, aprirsi a continui tentativi ed iniziative ma poi ricordarsi, ed è qui il grande messaggio di fiducia e speranza, che non siamo soli, che la Parola che tentiamo di annunciare non è la nostra e che la buona riuscita dell'annuncio non dipende solo da noi ma soprattutto dalla potenza di Dio: "dorma o vegli l'agricoltore, il seme germoglia e cresce".

Non dobbiamo certamente per questo cadere in atteggiamenti di pigrizia o superficialità ma credere che noi siamo portatori di una Parola e di un messaggio che è Potenza di Dio. E' questa la nostra forza, la forza delle nostre comunità: la Parola che è Potenza di Dio! Ogni volta che non mettiamo al centro l'annuncio di questa Parola nelle nostre comunità rischiamo di annunciare tante cose, anche belle e buone, usare tanti mezzi efficienti ma probabilmente stiamo perdendo il fulcro della nostra missione: l'annuncio del vangelo!

Anche a livello personale il periodo estivo può diventare il momento per fermarsi e riflettere sulla propria vita. La parabola del granello di senape viene in nostro aiuto: basta un piccolo seme per riaprire la nostra vita a grandi cose! Con l'aiuto dalla Parola di Dio e della sua grazia basta un piccolo passo verso il bene e il vero per riaprire la nostra vita a frutti insperati! C'è sempre un tempo per ripartire, per riprendersi, per rialzarsi e questo comincia con l'accogliere e dare spazio in maniera umile alla parola di Dio! Sia il bene che il male cominciano sempre da un seme. Da principio non sono niente che un seme ma poi diventano alberi grandi!

Questa parabola ci mette di fronte alla grande occasione e responsabilità che ci offrono i nostri gesti: ci sono piccoli gesti di bene che dobbiamo continuare a fare con fiducia, continuare a seminare con pazienza e perseveranza sapendo che possono diventare un domani grandi alberi per la nostra vita o per quella degli altri, ma nello stesso tempo dobbiamo anche stare attenti a non lasciare che piccoli semi di male vengano seminati nella nostra vita, nella società, nelle nostre abitudini: all'inizio sembrano insignificanti e gestibili ma poi anche loro possono diventare grandi alberi.

 

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