TESTO Quando verrà il Paràclito
Pentecoste (Anno B) - Messa del Giorno (27/05/2012)
Vangelo: Gv 15,26-27; 16,12-15
«26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio».
«12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Tre aspetti mi toccano in maniera profonda nell'avvicinarmi alla Pentecoste di questo 2012: lo Spirito rende i discepoli capaci di parlare a tutti; nello Spirito i diversi non entrano in conflitto, ma sono ricondotti all'unità; e, infine, lo Spirito accompagna la comunità dei discepoli ad una comprensione nell'oggi della Parola, permettendo così di annunciare all'uomo del nostro tempo il Cristo di sempre.
Inizio dal primo ovvero dal dono che, a partire dalla Pentecoste, i discepoli sperimentano, scoprendosi capaci di parlare a tutti e di vincere le resistenze che nascono da quella barriera naturale che è la soggettività di ciascuno. Non possiamo nascondercelo, approdare al messaggio evangelico è una faticata! Una serie di convinzioni e di costrutti mentali sono un filtro potentissimo che ci fanno vivere il messaggio evangelico come estraneo alla nostra realtà. A partire da questo filtro le nostre relazioni sono spesso un dialogo tra sordi e risulta pressoché impossibile inculturare l'annuncio della salvezza. Eppure i discepoli, grazie all'azione dello Spirito, diventano esperti comunicatori, capaci di superare ogni limitazione culturale e, come per miracolo, vengono compresi nella loro diversità.
Il moltiplicarsi delle lingue di fuoco non moltiplica, però, l'unico fuoco che si separa non per dividere, ma per condurre all'unità. Il fuoco dell'amore come il fuoco del fonditore ha il potere di unire i diversi e farne un cuore solo e un'anima sola, senza forzare la mano a nessuno o permettere la dittatura di uno sui tanti. Come in una sinfonia, strumenti diversi, ciascuno per la sua parte, rendono possibile l'armonia, sotto la guida del forte e saggio direttore d'orchestra: lo Spirito Santo. Solo chi ama la comunione può far parte della squadra, ai battitori liberi, anche se bravissimi non è consentito partecipare al magnifico gioco della vita.
Ed infine, spetta allo Spirito, guidarci alla verità, quella di sempre, ma sempre nuova perché sempre nuovo è il contesto storico nel quale il Cristo va ricompreso. Mi piace ricordare qui quanto lo Spirito Santo ha suggerito alla sua Chiesa in occasione del Concilio Vaticano II, per come l'ha condotta ad annunciare la verità di sempre in un nuovo contesto culturale. Ci basti questo esempio per comprendere quanto abbiamo bisogno dello Spirito per obbedire al mandato di Gesù: «... ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».
Buona Pentecoste!