VIDEO Tutti pecore, tutti pastori
IV Domenica di Pasqua (Anno B) (29/04/2012)
Vangelo: Gv 10,11-18
«11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Chi è chiamato a imitare questo tipo di pastore?
La risposta ovvia, indotta e rafforzata dal fatto che in questa domenica si celebra la giornata per le vocazioni sacerdotali e religiose, è: il papa, i vescovi, i preti, i religiosi. Ma non è così!
Clericalizzare questo messaggio evangelico, riducendolo al problema delle vocazioni sacerdotali e religiose, non aiuta nemmeno a risolverlo.
Tutti i discepoli di Gesù: papa, vescovi, sacerdoti e laici, sono "pecore" chiamate a conoscerlo e ad ascoltare la sua voce. E tutti i discepoli di Gesù: papa, vescovi, sacerdoti e laici sono chiamati a essere "pastore buono", disposti a dare la loro vita per le pecore. Tutte! Anche per quelle che "non provengono da questo recinto".
Attenzione! Non si diventa "buoni pastori" con l'ordinazione sacerdotale o la consacrazione episcopale, o la professione religiosa, ma dando la vita per le pecore.