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TESTO Triplete Pasquale

don Cristiano Mauri  

III domenica T. Pasqua (Anno B) (22/04/2012)

Vangelo: Gv 14,1-11a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

Filippo: "Mostraci il Padre, Signore, e ci basta".

Quelle volte in cui facciamo la parte di chi ha capito qual è davvero il punto.

Ti prende su l'entusiasmo, quell'orgasmo di chi si sente dentro un cammino di fede vero e intenso che lo trasporta come la corrente di un fiume in piena. Si affaccia una sottile sicumera, non proprio arroganza o presunzione, piuttosto una forma eccessiva di confidenza con la situazione, simile a quella del neopatentato che vuol scrollarsi di dosso i panni del principiante. Oltretutto tu sai di non essere agli inizi, anzi, da lungo tempo sei in cammino. Ti piace il ruolo di chi vuole andare al nocciolo e non ha tempo da gettare in questioni di secondo piano. Tu ormai di certe cose puoi fare a meno, è l'essenziale che ti attira e ti basta. Senti vicine le parole di Paolo che considera ogni cosa trascurabile a fronte del Vangelo. Avverti totale consonanza con le parole di Teresa a cui Dio bastava. Niente sprechi di energie in chiacchiere o beghe da piccolo cabotaggio ecclesiale. Tu senti di saper ormai bene qual è l'essenziale e non vuoi affatto fallirlo. Certo, non osi dirlo, per carità: la modestia prima di tutto. Non lo vuoi ammettere nemmeno con te stesso, ma in fondo in fondo, laggiù dove sta l'inconfessabile, tu sai. E spari. Ah, se ne spari. Ma se la fortuna è dei principianti, la troppa sicurezza è tipica di chi rischia di rimanere un dilettante. E tu sei così convinto di quel che dici... E quel che dici appare oltretutto così incontestabile... Ops! Bersaglio mancato. No, non di poco, hai proprio mirato da tutt'altra parte. Eri così concentrato sulle tue convinzioni che non hai colto ciò che ne è la sostanza. No, non preoccuparti e non spaventarti: l'essenziale che credevi di possedere è molto, molto più vicino di quel che pensavi. Non agitarti a voler centrare l'obiettivo: il Regno è vicino, è lui a raggiungerti, puoi rilassarti. Ti picchietta sulla spalla per farti voltare dicendoti: "Ehi sono qui, non te n'eri ancora accorto?". Sì, è lì a portata di mano. Allungala, lasciati toccare.

Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai: come facciamo a saper la via?"
Quelle volte in cui ci sentiamo smarriti.

Non ti era mai capitato prima. Quand'eri giovane ti sentivi così capace di fiducia e di slancio, un po' incosciente e spensierato. Ti venivano facili i grandi proclami nel vivere la fede di cui eri rocciosamente convinto. Dubbi pochi. E quando sorgevano, li superavi d'un balzo. Saresti stato pronto a morire per il Vangelo. Mai una critica alla Chiesa. Obbedienza ferrea, dedizione incondizionata. Non andavi troppo per il sottile e ti innervosivano gli incerti ed i dubbiosi. Ma ora ti è tutto così difficile. Ti ripeti che forse le energie erano diverse, che conoscevi poco della vita, che le storie che hai attraversato ti han segnato nel profondo. Chi lo sa che è stato? Ciò che non puoi negare è che vedi le certezze franare, i dubbi avere la meglio, la confusione in te regnare sovrana. Vorresti che le cose tornassero ad essere chiare e limpide come una volta: il bianco, il nero, la luce e il buio. Ma ora è tutto sfuocato e opaco, non distingui più la via: dove stai andando? Perché? Come? Con chi? Le domande non trovano risposte e le poche che arrivano contribuiscono solo ad accrescere la confusione. All'inizio hai lottato e ti sei ribellato, ma lo scoraggiamento e il logorio hanno avuto la meglio. Cominci a credere che sia stato tutto un'illusione e un inganno. Non te l'han raccontata giusta. C'è qualcosa che ti han nascosto: i conti non tornano, le parole sono misteriose, i fatti ambigui, le contraddizioni infinite. Forse, ti dici, hai perso la fede o addirittura non l'hai mai avuta. Perché ti vedi bisognoso di sicurezze, di punti saldi, di indicazioni precise. Stai sereno: è solo un passaggio, necessario, questo. Quando si perde la via e non si va da nessuna parte, allora la Via ci raggiunge, felice di poter smettere di inseguirci.

Il Carceriere: "Signori, che cosa devo fare per essere salvato?"
Quelle volte in cui è questione di vita o di morte.

Non è il momento dei giri di parole e dei buoni propositi. Non c'è tempo. Non è il luogo. Lo spazio in cui ne va della vita e della morte ha una sola parola: "salvami"! In un attimo intendi con lacerante chiarezza che tutto il Vangelo è solo la risposta a questo grido tuo e di ogni uomo. L'occasione ha tante forme diverse: la fine di una relazione, la perdita di un lavoro, l'annuncio di una malattia, la morte di una persona amata, la tua morte. Questioni di vita e di morte, tutte. Ti rendi conto che non importa a questo punto se sei un cristiano navigato o di primo pelo. Anzi nemmeno conta troppo che tu creda o no. In questioni di vita o di morte su tutte le bocche risuona la stessa richiesta di salvezza. E mentre per la prima volta gridi il tuo "salvami", ti accorgi che ora, come non mai, ti è data la possibilità di ascoltare, comprendere, accogliere, credere a quella Parola. Il Vangelo - ma lo capisci solo adesso - è anzitutto una faccenda di Vita e di Morte e solo lì, in quello spazio, si arriva a toccare il suo nucleo incandescente. D'altronde Lui è arrivato proprio fin a quel punto. Di lì si deve passare. Ma con quella consapevolezza che, proprio in un momento così, percepisci essere salvezza: "Se non per me, nessuno viene al Padre".

Che queste siano intere esperienze di fede, modelli di credenti, passaggi di vita o chissà che altro, poco importa.

Tutte e tre sono possibili capolinea, ma ognuna è raggiunta da una Parola che invece allunga la strada. L'annuncio evangelico ha questa caratteristica: allunga, allarga, approfondisce, innalza la vita di chi l'accoglie. Per questo è Vangelo. Un continuo rilancio, una perenne rivitalizzazione, un eterno rinascere.

La Resurrezione di Cristo è la manifestazione che quella Parola, quell'Uomo, quel Dio sono Vita che nulla può fermare. E che, proprio per questo, riesce a raggiungere ogni situazione di vita.

Si pensasse sempre così la "cattolicità" del cristianesimo - cioè come la capacità di raggiungere universalmente le infinite condizioni dell'uomo per vivificarle e salvarle - oltre a portare più speranza al mondo, si spegnerebbero pure più facilmente i pruriti di tanti distinguo oggi di moda proprio nel mondo cosiddetto cattolico.

 

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