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TESTO Commento su Daniele 9,4-5

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Lunedì della II settimana di Quaresima (05/03/2012)

Brano biblico: Dn 9,4-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,36-38

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele all'alleanza e benevolo verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi!
Dn 9,4-5

Come vivere questa Parola?
In questa preghiera di Daniele si registrano due movimenti: un volgersi verso il Signore e un tornare a posare lo sguardo su se stessi. Al centro il richiamo all'alleanza: Dio e Israele, oggi possiamo dire Dio e la Chiesa, uniti da un patto di amore a cui Dio rimane costantemente fedele.
È proprio la constatazione di questa fedeltà e benevolenza divina a mettere maggiormente in luce la malizia del nostro recalcitrare alla grazia. La facile giustificazione e copertura della propria situazione di peccatori va sempre di pari passo con l'obnubilamento dell'amore preveniente e continuamente riconfermato del Signore, quel: "di amore eterno ti ho amato" dell'Antico Testamento, che nel Nuovo diviene: "Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio". Se distogliamo lo sguardo da questa realtà, è inevitabile non solo scivolare nel peccato, ma anche restare invischiati in esso, nell'incapacità di percepirne la malizia o bloccati da un superbo e corrosivo senso di colpa, ben lontano dal salutare pentimento.
Quaresima non è il tempo di un più o meno convinto "mea culpa", ma la stagione favorevole per riscoprire la gioia di un amore che ci ha già riscattati dal male restituendoci alla dignità di figli. L'accento non cade sul "peccatori", ma sul "perdonati". E questo ci dà ali per riprendere il cammino, rendendo autentica e operativa la nostra conversione.
Sosterò, quest'oggi, in questa gioiosa certezza, lasciando che il cuore si determini per una più fedele corrispondenza.
Che dirti, mio Dio? Il tuo amore, ben lungi dal condannarmi, mi sollecita a vivere da figlio. Il mio rendimento di grazie si concretizzi nel realizzare il tuo sogno su di me.
La voce di una santa
Non temo il giudizio di Dio, perché il Giudice è mio amico.
S. Teresa di Lisieux

 

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