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TESTO Commento su Giacomo 3,5.10

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Sabato della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (18/02/2012)

Brano biblico: Gc 3,5.10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Così anche la lingua: è un membro piccolo ma può vantarsi di grandi cose (...). Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione.
Gc 3,5.10

Come vivere questa Parola?
Giacomo già ci aveva esortato con un invito forte: "sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira" (1,19).
Qui sottolinea l'enorme importanza della lingua. Arriva a dire che "se un uomo non manca nel parlare, è un uomo perfetto" (v.2). E si vale dell'immagine del timone che, sebbene piccolo, se usato a dovere guida a buon porto la grande nave. E ancora evoca il morso in bocca al cavallo per frenarne l'impeto esagerato e guidare il focoso animale nella corsa. Non esita neppure a paragonare la lingua a un fuoco che, non controllato, può distruggere un'intera foresta.
La lingua, che in se stessa, è un prezioso dono di Dio volto a quel grande bene che è il comunicare, se invece è in balia di un ego prepotente e indisciplinato, "è piena di veleno" (v.8).
È molto importante cogliere l'attualità di questo insegnamento. In una società della parola e del vaniloquio, quanto è necessario il silenzio e quanto, in effetti, è ricercato!
Solo zittendo la chiacchiera ci si può ascoltare e aprirsi all'ascolto meditativo della Parola e allo stupore contemplativo nel contatto profondo e puro con tutto ciò che esiste di vero, bello e buono. È dunque indispensabile una certa ascesi del silenzio. È importante nutrire la mente e il cuore di letture sapienti perché "la lingua parla dell'abbondanza del cuore".
Oggi nella mia pausa contemplativa chiederò luce di Spirito Santo perché il mio parlare sia di sapienza e secondo il cuore di Dio.
Signore Gesù, Parola Eterna pronunciata dal Padre in un eterno silenzio, fammi comprendere il valore del silenzio e della parola perché il parlare sia un'azione di lode e gloria a te.
La voce degli antichi Padri
Non prestar orecchio alla lingua del maldicente e non parlare all'orecchio di chi ama biasimare dicendo o ascoltando volentieri qualcosa contro il prossimo, perché tu non decada dal divino amore e sia trovato estraneo alla vita eterna.
Massimo il Confessore

 

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