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TESTO Commento su Giacomo 2,14-16

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Venerdì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (17/02/2012)

Brano biblico: Gc 2,14-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma, non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, a che serve?
Gc 2,14-16

Come vivere questa Parola?
Sembrerebbe quasi che le parole che Giacomo oggi ci offre in questa sua lettera siano in contraddizione con quanto Paolo afferma nella Lettera ai Romani.
Per Paolo è la fede a salvarci, ossia è il realizzare quello che Gesù, attraverso il suo annunzio e il suo operare, ci ha rivelato, ma con la forza che Egli ci dà. Non con la nostra sola forza, dunque, col nostro impegno. È Dio che ti prende sulle sue "ali d'aquila". È Dio che, in Cristo Gesù, Luce del mondo, può perfino ottenerti di realizzare quell'altra parola che egli disse ai discepoli: "Voi siete la luce del mondo".
Secondo Giacomo invece sono le opere che ci salvano. C'è contraddizione tra i due? No! Giacomo oggi fa una preziosa chiarificazione. Perché purtroppo è avvenuto, nell'arco dei secoli (e ancora avviene), che ci siano cristiani apparentemente fervidi nella loro pratica religiosa. Presenti ai riti di culto. Capaci anche di annunciare il vangelo, ma chiusi e avidi dei loro beni e dei loro comodi. Cristiani che si sentono a posto per le pratiche religiose che compiono!
Allora, com'è preziosa e attuale questa parola di Giacomo coniugata con l'altra di san Paolo: "In Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione (diciamo il ritualismo), ma la fede che opera, per mezzo della carità" (Gal 5,6).
L'amore operante è dunque il respiro, il soffio vitale della fede. Senza di esso la mia fede è inutile. Qui mi fermo, oggi, nel mio rientro al cuore. E prego:
Infondimi il tuo amore, Spirito di Dio, perché sia vivo e operante il mio credere. Che il mio celebrare sia anche servizio generoso e leale.
La voce di una mistica del secolo scorso
"Tu non m'interessi". È questa un'espressione che un uomo non può rivolgere a un altro uomo senza commettere una crudeltà e ferire la giustizia... Vi è in ogni uomo qualcosa di sacro.
Simone Weil

 

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