TESTO Con Dio, giorno dopo giorno
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Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2012)
Brano biblico: (Nm 6,24.26-27)(Sal 66)
In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
"Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto (...)
La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio
e lo temano tutti i confini della terra". (Sal 66)
Sono le parole con cui gli ebrei ringraziavano Dio al termine del raccolto, riconoscendo la sua benedizione nell'abbondanza dei beni.
Siamo alla fine di un anno. La Parola ci invita a volgere lo sguardo sul tempo trascorso raccogliendo un vissuto fatto di persone, di incontri, di desideri, di impegno, di lavoro, di studio, di ricerca, di gioia, di amore... Ma anche fatto di dubbi, di incertezze, di pigrizie, di rotture, di delusioni, di solitudine, di sofferenza, di precarietà...
Possiamo così accogliere le nostre fatiche e affidarle alla misericordia di Dio. E riconoscere tutto il bene che abbiamo ricevuto come segno della Sua benevolenza.
Oggi inizia un nuovo anno. L'inizio di un tempo nuovo mette in moto attese, progetti, sogni... accompagnati dalla speranza che si realizzino per noi e per le persone care. In questo scambio di auguri si inserisce anche Dio che ci promette la sua vicinanza e ci ricolma di grazia.
"Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace".
- Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò - (Nm 6, 24.26-27)
Per il Popolo di Israele invocare su di sé il nome del Signore significava ricordare la sua appartenenza a Dio. È la relazione con Dio che rende il Popolo benedetto.
Questo è ciò che Dio desidera per noi: una relazione personale e vitale che ci leghi a Lui perché solo rimettendolo al centro la vita umana ritrova pienezza e armonia. È il dono della sua pace.
Oggi la Chiesa celebra la Giornata mondiale della Pace. Tutti siamo chiamati ad essere costruttori di pace: relazioni fraterne e riconciliate fra gli uomini nascono nel cuore di questa relazione con il Padre. Gli uni per gli altri possiamo autenticamente essere un riflesso della sua bontà.
Il futuro che si apre davanti a noi è lo spazio in cui risuona ancora l'annuncio di una Buona Notizia: la nostra vita è liberata da quel male che le impedisce di "esplodere", di esprimersi in pienezza. La salvezza è la prossimità di Dio che sceglie di condividere l'esistenza dell'uomo fino ad assumere la sua carne, a farsi bambino indifeso perché nessuno abbia paura di Lui e lo accolga.
Il Vangelo ci introduce nella logica sorprendente di Dio: la nascita di Gesù è rivelata ai pastori. Cioè agli ultimi, agli emarginati della storia, agli sconfitti. I pastori, infatti, erano considerati uomini rozzi, sporchi, una specie di categoria a sé che viveva di espedienti. Ed erano impuri perché vivevano in mezzo agli animali e non potevano purificarsi. Questo li escludeva dalla preghiera nel Tempio. Erano i "lontani" per definizione: possibile che Dio si rivolga proprio a loro?
Ebbene, Dio da sempre agisce così: offre il suo amore innanzitutto agli esclusi, a chi è più povero, a chi soffre. O forse chi è ferito avverte più profondamente il bisogno di un riscatto, di una liberazione..
Per questo i pastori accolgono l'annuncio:
"Oggi è nato PER VOI un Salvatore". E si mettono in cammino: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". (Lc 2, 11.15)
Se desideriamo trovare Dio occorre che lo cerchiamo là dove Lui è: nella mangiatoia che si è scelto, cioè accanto a coloro che il mondo giudica "perdenti". Lì troviamo anche noi stessi, cioè quelle parti di noi che sono fragili, ferite, abbruttite dall'egoismo... la nostra umanità bisognosa di salvezza.
Giorno dopo giorno, nel tempo che ci è donato, possiamo accogliere questo Volto di Dio, Luce che illumina e riscalda le zone d'ombra della nostra vita e della storia.
Domande o Provocazioni
* Rivolgi lo sguardo all'anno trascorso: cosa riconosci come benedizione nella tua vita? Di cosa ringrazi? Cosa è rimasto incompiuto? Cosa consegni alla misericordia di Dio?
* Come vivi la tua relazione con Dio? Desideri anche tu che sia una relazione forte, personale?
* Come rispondi, nel tuo vissuto quotidiano, alla chiamata ad essere costruttore di pace?
* In che cosa ti riconosci bisognoso di salvezza? Quale ferita, quale limite, offri a Gesù come "mangiatoia" in cui, ancora, Lui possa nascere nella tua vita?
Il commento è stato realizzato da Anna Maria Merla ed Emanuela Maistrello, missionarie fidei donum della Diocesi di Milano, in Cameroun.