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TESTO Oggi è il tempo della gioia

don Luigi Trapelli

III Domenica di Avvento (Anno B) - Gaudete (11/12/2011)

Vangelo: Gv 1,6-8.19-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,6-8.19-28

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Oggi, terza domenica di Avvento, è la giornata della gioia.

Isaia ci invita a gioire nel Signore, mentre San Paolo ci chiede di stare sempre lieti.
Che strane queste affermazioni proprio in questi giorni!
La gente si lamenta, i soldi sono meno, c'è la crisi.
Tutti vorrebbero addossare le responsabilità agli altri.
Si gridano ricette e ci si lamenta.
Parlare di gioia in questo contesto, sembra quasi assurdo.

Eppure Gesù non ha vissuto in tempi migliori rispetto ai nostri.

Ha patito, ha sofferto, schiacciato da un potere che distruggeva le speranze di un popolo.

La gioia cristiana nasce non da una semplice emozione, ma da un incontro.
Un incontro che ha trasformato la nostra vita.

Quando il cristiano vive esperienze forti e si converte a Gesù, cambia di aspetto, vede la vita in altro modo, è pieno di gioia.

Vive le fatiche del suo tempo, sa capire che la crisi lo porterà a fare alcune scelte, a togliere alcuni beni superflui, perché dentro esplode un mondo di vita.

Sa che l'Amore non avrà mai nessun prezzo!

Il Vangelo di Giovanni ci presenta nuovamente la figura di Giovanni il Battista.

Egli nel prologo, che abbiamo letto nei primi versetti, è detto il testimone.

Il suo compito è quello di testimoniare uno che verrà dopo, anzi che è già venuto, è in mezzo a noi, anche se noi non lo conosciamo.

I sacerdoti e i leviti vogliono sapere tutto di Giovanni, capire chi è veramente.
Hanno paura di lui, sanno che la gente lo segue.
Vogliono conoscere la sua identità.
Ma Giovanni non parla di sé, parla di Gesù.
Infatti lui non è il Cristo.

Incalzato dai capi del popolo perché dica chi è veramente, Giovanni si proclama una voce.
Voce di uno che prepara la via al Signore.

Pensate se anche noi noi fossimo in grado di rispondere in questo modo a coloro che ci chiedono chi siamo!
Gesù verrà a battezzare in Spirito, non solo con l'acqua.

Davanti a Gesù, Giovanni non riesce neppure a chinarsi e sciogliere il legaccio del Suo sandalo.
La figura di Giovanni ci sconvolge.

E' il testimone di Gesù, è la Sua voce, battezza in attesa del Suo Battesimo, è totalmente legato a Lui.

Senza Gesù, il Battista non può vivere.

La nostra vita molte volte è piatta, monotona, scialba.

In alcuni casi manchiamo il destinatario vero riponendo attese parziali, vedi nell'ambito delle idee, dell'aspetto economico, di un lavoro capace di risolvere tutti i problemi o altro.

In altri casi, perché ci sentiamo noi i destinatari delle promesse, chiudendoci e divenendo non voce, ma parola.
E' difficile pensare di trovare la vera gioia in un Altro.

E' difficile capire che Gesù sazia tutte le nostre attese e speranze.
Lui, vera luce del mondo, di cui noi siamo umili testimoni.

In questo periodo, stiamo assistendo ad un fenomeno meraviglioso.

Si sta riscoprendo il gusto di una fede autentica, perché si è in cerca di valori veri ed esperienze forti.

Non in tutti, ma si respira un'aria nuova, una grande ricerca spirituale.

Spetta a tutti i credenti, consacrati e laici, far riscoprire il gusto della gioia cristiana.

Diventando dei ponti e non dei diaframmi nei confronti di coloro che vogliono vivere da credenti.
Per essere voce di uno che è Parola.

Per indicare al mondo Colui che è sempre in mezzo a noi ma che, a volte, non riusciamo a scorgere, perché troppo carichi dei nostri impegni, delle nostre cose.
Per essere gioiosi testimoni del Vangelo.

 

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