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TESTO Alle porte del Mistero

padre Gian Franco Scarpitta   S. Vito Equense

IV Domenica di Avvento (Anno B) (18/12/2011)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

26In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il Signore annuncia a Davide, per mezzo del profeta Natan, che si adempiranno le antiche promesse di liberazione e di salvezza per mezzo di un discendente che uscirà dalle sue viscere, che avrà dimora in mezzo al suo popolo e che consoliderà il Regno stesso di Davide. Una promessa rassicurante che ingenera speranza e infonde sicurezza, per la quale lo stesso Davide ottiene sollievo e conforto perché la sua generazione acquista pregio agli occhi di Dio. Essa verrà adempiuta puntualmente nella nascita del Dio - con - noi, il Salvatore Gesù Cristo. Questo, come già preannunciato dai profeti, nascerà dalla Vergine Maria.

E poiché la liturgia ci ha condotti ormai alle porte di questa Natale del Figlio di Dio, eccoci nuovamente a riflettere sul brano evangelico dell'Annunciazione.

Solamente in questa pagina possiamo avere ragguagli su come la venuta di Dio sia realmente storica e abbia connotati di storicità e attendibilità: Dio, al quale tutto è possibile e che può raggiungere anche quanto per noi è inimmaginabile, entra nel mondo nascendo bambino nell'immacolato grambo di una giovane Vergine. E' il mistero dell'Incarnazione. In esso l'eternità entra nel tempo e l'Assoluto accetta di farsi relativo per non relativizzare l'uomo. Solo grazie a un tale procedimento libero e spontaneo da parte di Dio, l'uomo è in grado di entrare in comunicazione con il Signore e accedere così alla Verità. Quale altro espediente potrebbe mai persuaderci della continua vicinanza di Dio più del fatto che Egli scelga di nascere Bambino dal grembo di una semplice quanto umile e giovane fanciulla? Il Mistero di Dio si avvicina talmente all'uomo fino a raggiungerlo in quello che comunemente da noi viene definito insignificante e assurdo, ma appunto nell'assurdità e nella pazzia si manifesta la preferenza di Dio per l'umanità e come affermerà più avanti sempre Paolo Dio sceglie proprio quello che è stolto per confondere i sapienti e quello che è debole per confondere i forti, e più tardi per la causa della nostra salvezza sceglierà quello che da noi comunemente viene etichettato come pazzia e già allora era considerato maledizione, ossia la croce. Nelllo straordinario che Dio fa per noi, c'è il criterio per conseguire ogni cosa nell'ordinario, poiché la venuta di Cristo nella carne, evento unico e senza precedenti, sarà il criterio caratterizzante della nostra vita.

Cristo incarnato è la rivelazione piena del vero Dio, vendendo lui si vede anche il Padre ed egli stesso è il vero mediatore fra Dio e gli uomini, e questi per mezzo di lui hanno accesso a Dio. Quello che, l'uomo agogna da sempre, cioè il dersiderio di verità che non collimi con i ritrovati fittizi del nostro secolo, Dio ce lo offre in Gesù Cristo che per noi oltre che l'appagatore è il Salvatore nonché Signore indomito e indiscusso.

Appunto perché il Natale è imminente e ci stiamo avvicinando sempre più al culmine della nostra salvezza, siamo invitati ad accrescere l'amore per il Dio che è la verità fatta uomo, perché possiamo essere i suoi annunciatori nel mondo; contemporaneamente siamo invitati ad accrescere il fervore della nostra attesa e della speranza, che in questi giorni è sinonimo di gioia.

L'attesa adesso è per noi una direzione di arrivo, un tragitto che condurrà velocemente alla meta da noi preffisataci di guadagnare lo stesso Signore; sia Gesù stesso lo sprone che motiva e fonda la nostra attesa.

 

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