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TESTO Commento su Isaia 61,1-2.10-11, Luca 1,46-54; Tessalonicesi 5,16-24; Giovanni 1,6-8.19-28

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III Domenica di Avvento (Anno B) - Gaudete (11/12/2011)

Vangelo: Is 61,1-2.10-11; Lc. 1,46-54; Tes. 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,6-8.19-28

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Il periodo di Avvento ci viene proposto come preparazione alla venuta del Signore che si incarna in una donna per la nostra salvezza. Grande momento per l'uomo per rivedere il percorso della propria vita e "pulire" l'anima da tutto ciò che non è perfetto e lasciarla libera per il Cristo che scende fra noi come un "bambino".
In questa domenica anche i paramenti assumono un colore nuovo: il rosa, colore della gioia che ogni cristiano deve avere perché si avvicina la nascita di Gesù.
Proprio in Avvento si celebra una festa della Madonna, per mezzo di Maria si compie la nostra salvezza.
Nella prima lettura il profeta Isaia ricorda come il Signore ha ispirato il profeta a comunicare a tutti coloro che soffrono nelle diverse situazioni che sta per venire una grande gioia perché tutte le miserie del popolo sono state riscattate. Ognuno dovrà essere pronto a ricevere questa venuta e rendere il proprio cuore disposto all'accoglienza del Cristo e dei fratelli.
Bellissima, per noi sposi, l'immagine dello sposo che si adorna per la sua sposa per renderla felice e presentarsi a lei nel modo migliore e della sposa che a sua volta si adorna di gioielli per lui.
Il salmo responsoriale esplode nell'esultanza di Elisabetta nel vedere Maria che ha in grembo il "Messia". Luca ci racconta come "il suo spirito esulti in Dio" per il grande dono della maternità che ha concesso ad entrambe, e magnifica il Signore per tutte le grandi cose che ha compiuto verso gli umili, i poveri, i mansueti, gli operatori di pace.
Nella seconda lettura l'apostolo Paolo raccomanda di stare lieti, di pregare, di "vagliare tutte le cose" per scegliere solo le buone e perfette per la vita dell'uomo al fine di preservare tutto: spirito mente e corpo pronti per la venuta del Signore.
Ciò che l'apostolo raccomanda allora è anche oggi valido per noi, infatti tutto il nostro essere deve essere libero dai condizionamenti per poter accettare la venuta del Cristo.
Nel Vangelo l'apostolo Giovanni ci ricorda come tutti gli uomini devono essere testimoni di bene per gli altri.
Giovanni è venuto a preparare la via al Messia, la sua voce grida dal deserto, e predica ma non è creduto. Quando un Gruppo di scribi e leviti, inviati dal popolo, gli domandano se è il Messia o Elia o un profeta lui risponde di non essere nessuno dei tre ma solo l'inviato del Signore per preparare la venuta del Salvatore Gli stessi però ribadiscono di non comprendere perché egli, Giovanni, battezzi le genti nel Giordano, e non comprendono neppure quello che risponde alla domanda Giovanni: "io battezzo con acqua ma colui che verrà dopo di me al quale io non sono degno di slacciare neppure il sandalo, battezzerà in Spirito e Verità".
Giovanni ha testimoniato nella sua vita il Cristo che stava per nascere al mondo, ma non è stato creduto, tutti noi oggi dobbiamo vivere nella testimonianza vera dei valori cristiani ma molto spesso non siamo credibili perché viene messo in evidenza il nostro egoismo e non il cuore.
Siamo pronti a guardare gli altri piuttosto per criticarli che per prendere il bene che possiedono, ci fermiamo sulla porta e non entriamo nel profondo delle parole e delle azioni.
Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- Siamo capaci di liberare il cuore per accogliere il Cristo o le comodità che possediamo ce lo impediscono?

- Quando preghiamo siamo capaci di "esultare" per la sua venuta per noi, o preghiamo solo con le labbra?

- Non basta essere cristiani, essere praticanti ma dobbiamo essere "testimoni credibili" nel mondo in cui viviamo, preghiamo per questo?

Commento a cura di Gianna e Aldo - CPM Genova

 

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