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TESTO Regnare servendo i piccoli

don Luigi Trapelli

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re (20/11/2011)

Vangelo: Mt 25,31-46 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Tra poco più di un mese è Natale e siamo giunti all'ultima domenica dell'anno liturgico visto che, domenica prossima, cominceremo il tempo forte dell'avvento.

Ogni parrocchia è chiamata, in questo periodo, a creare varie iniziative per preparare la nascita di Gesù.

Quello che conta per il testo del Vangelo di Matteo è ciò avremo fatto a uno solo di questi fratelli piccoli, perché Gesù si identifica in loro.

Vivere l'esperienza cristiana non significa fare cose straordinarie, ma lodare sempre quel Signore che ci vuole bene e servendo gli altri, specialmente se tra questi ci sono dei poveri a livello materiale o spirituale.

Ma anche noi ci sentiamo come quei poveri che pure hanno bisogno dell'aiuto degli altri, perché la vita è un dare e un ricevere continuo.

Ogni persona che ho incontrato e incontro, dice qualcosa alla mia vita.

Incide in me, anche a livello di sensazioni che possono essere positive o negative.

Il rapporto dell'uomo con Gesù si gioca nel rapporto che l'uomo ha con l'uomo, in particolare con chi si trova in difficoltà.

Gesù stesso si è identificato con i poveri, scegliendo una piccola grotta, facendosi riconoscere dai pastori e vivendo nella semplicità la propria vita.

La vita è un continuo riconoscere nell'altro il Cristo, per poterlo poi celebrare nei sacramenti.

L'amore per l'uomo è allora un atteggiamento religioso per cui, nella Santa Messa, pongo tutta la mia vita.

E' ringraziare per il dono ricevuto in settimana nel lavoro, nella scuola, nella semplicità dei lavori domestici.

E' imparare a chiedere scusa per tutte le falsità o ipocrisie di cui siamo stati testimoni.

E' pregare per le persone che ci stanno a cuore e che vivono in difficoltà, tipo le persone in ospedale.

Quante volte vorremmo chiedere a Gesù di aiutarci nelle situazioni complesse che siamo chiamati a vivere!

Il giudizio finale è comprendere che la mia libertà la gioco nel rapporto con Dio e con i miei fratelli.

Se la mia vita è fatta di dono, spingo altri al dono; se è fatta di egoismo, spingo altri a vivere questo aspetto.

Questo Vangelo all'apparenza definito "laico", ci fa capire come solo nel servizio agli altri, scopriamo il vero rapporto con Dio.

Come dice San Giovanni: " Non posso amare Dio che non vedo, se non amo il fratello che vedo".

Però con la peculiarità di amare il fratello, la sorella che più sono in difficoltà e tra questi il Vangelo mette i carcerati e i forestieri, oltre agli ammalati.

Chiediamo a Gesù il dono di vivere con gioia ancora più grande il prossimo anno liturgico.

In fondo il suo essere re si manifesta proprio in questo continuo dono verso chi è in difficoltà.

Regnare significa, per Gesù, servire.

L'Avvento possa ridiventare l'occasione per vivere il rapporto con Gesù venuto nella povertà e rivedere il nostro rapporto con chi è più sfortunato rispetto a noi e chiede a noi un semplice piccolo segno di attenzione.

 

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