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TESTO Commento su Luca 15,7

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Giovedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/11/2011)

Vangelo: Lc 15,7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

Lc 15,7
Come vivere questa Parola?
Deliziosa, delicatissima la parabola del pastore che, avendo trovato la pecorella smarrita, è così lieto da chiamare gli amici a far festa. Ecco poi subito l'annuncio-rivelazione di una verità che ci colma di gioia, ma non senza lasciarci - sulle prime - perplessi. Come mai c'è un mare di letizia per un solo peccatore convertito: molto più che per novantanove giusti (un bel numero!) che non hanno bisogno di conversione?
Ecco: qui sta il punto nodale: credersi talmente a posto da pensare che l'invito costante a convertirsi non ci riguardi. Questo è l'antivangelo, se così posso esprimermi. Credersi giusti e spacciarsi come tali nella Chiesa e nella società è la rovina di se stessi, la caricatura del cristianesimo, l'errore che suscita disprezzo nei non-credenti. Del resto è chiaro: quel Gesù che ha avuto sguardo di misericordia per la donna adultera, per i pubblicani, per le stesse prostitute, per ogni cuore il cui gemito è anche sete di redenzione, si erge a condannare chi è nella menzogna esistenziale: quella di credersi giusto e di spacciarsi per irreprensibile in mezzo agli altri.
Il peccato più grave è questo: credere di non aver bisogno di cambiare il cuore e convertire la vita. Le divisioni nelle famiglie e nelle comunità nascono proprio da questo cancro e tarlo interiore: puntare il dito, perché ci si crede incensurabili.
Signore, liberami da questo male interiore che rovina poi le relazioni interpersonali e impedisce la concordia e la pace. Invece di pretendere la conversione degli altri, fammela volere per me, col tuo aiuto, con la forza della tua grazia.
Dai detti dei padri del deserto
Per tre ore al giorno Jahvè siede in tribunale a giudicare il mondo. Ma quando il male prevale sul bene, si alza dal trono della giustizia e, con un sospiro di sollievo, si siede per il resto della sua giornata sul trono della misericordia

 

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