PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio

don Luigi Trapelli

don Luigi Trapelli è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/10/2011)

Vangelo: Mt 22,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,15-21

In quel tempo, 15i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Quante volte abbiamo sentito questa frase ripetuta a proposito e a sproposito!

Tocchiamo un tema delicato: il rapporto tra il cristianesimo e le istituzioni, il potere politico. Però è necessario fare una premessa.

Farisei ed erodiani, che pure hanno visioni diverse dell'occupazione romana, vogliono tendere un'insidia a Gesù. Quando un profeta diventa scomodo, bisogna in qualche misura coglierlo in fallo. La domanda è di quelle che metterebbero in crisi chiunque, ma non Gesù. Il problema è quello di pagare o meno il tributo a Cesare. Gesù poteva da un lato dire di sì, ma allora andava contro la sua gente o rifiutarsi di pagare ed era contro il potere politico. Gesù prende un'altra via. Invita i farisei a prendere la moneta del tributo. Essi mostrano la moneta con l'immagine di Tiberio Cesare. A quel punto, domanda se tale immagine è di Cesare, prima di fare l'affermazione che ho scritto all'inizio. E' essenziale saper distinguere tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, e comunque il primato di ogni realtà è sempre legato a Dio.

Il cristiano è colui che è chiamato a vivere da cittadino nella propria patria, rispettando le leggi del suo popolo. Paga la tasse, interviene nelle assemblee, partecipa da credente alla vita politica, ma sa che ogni realtà può essere riferita solo a Dio.

Questo testo ci spinge lontano. Mi fermo solo su due aspetti.

1. Gesù ci invita a vivere radicalmente la nostra esperienza di credenti inseriti nel contesto sociale odierno. Per questo il Concilio esorta i cristiani laici ad essere presenti nelle varie istituzioni. Il cristiano non vive ancorato in una sagrestia, ma vive in mezzo al mondo per portare il suo contributo da credente a partire dalla sua città. Oggi più che mai sentiamo l'esigenza non tanto di avere un unico partito di cattolici com'era in passato, quanto di ritrovare la linfa dei cattolici inserita nel contesto sociale e politico. Ma sentiamo anche l'esigenza della trasparenza dei credenti di fronte al mondo politico. Nessuna sudditanza, come anche un grande rispetto per coloro che ci governano, nella speranza che governino in modo saggio.

2. La comunità cristiana si distingue dalla comunità civile perché cerca di mettere il Cristo al centro, cioè rende a Dio ciò che è di Dio. Molte volte noi confondiamo le due realtà.

Del resto, quando si parla di parrocchia si indicano tutti gli abitanti e non tanto coloro che in qualche modo frequentano l'ambiente ecclesiale. Ma ciò che diventa determinante e discriminante è proprio questo mettere al centro al figura di Gesù, la dimensione spirituale della Chiesa. Anche perché oggi cresce la presenza di chi si dichiara ateo o agnostico o appartiene ad altre confessioni. Poi è ovvio che la Chiesa collabora con le realtà locali, con le istituzioni, ma l'importante è ricordarsi il motivo della sua presenza.

Un grande compito che la Chiesa è chiamata a svolgere è proprio quello di formare dei laici in grado di sapere gestire da credenti la cosa pubblica. Senza però cadere nei rapporti troppo stretti tra la comunità cristiana e chi ci governa. Anche perché qualsiasi tentativo di operare per il bene comune e la crescita del territorio, mai arriverà a far vivere l'autentica esperienza cristiana che è sempre un di più. Il cristianesimo non potrà mai essere incanalato in terra in prospettive terrene, seppur lodevoli.

Chiediamo al Signore il dono di essere dei cristiani che vivono con gioia la propria vita di cittadini esemplari. La Chiesa, dal canto suo, prosegua nella logica della trasparenza, senza quegli interessi che sono contrari alla nostra esemplarità.

 

Ricerca avanzata  (54744 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: