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TESTO Commento su Luca 12,13-21

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Lunedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (17/10/2011)

Vangelo: Lc 12,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio.
Luca 12, 13-21

Come vivere questa Parola?
Si erano rivolti a Gesù per una questione di eredità. E il Signore aveva preso le distanze da questo tipo di cose. Egli vuole educare l'uomo ad essere libero, così narra la parabola del ricco sedotto dal progetto di ristrutturare i suoi granai, per potervi accumulare le ricchezze sempre in aumento. Ma quel che manca al bilancio del ricco della parabola è una realtà semplice ed evidentissima: la morte, proprio la sua morte. In effetti a pensarla come un fatto generale, come qualcosa che deve arrivare, magari repentina, sulla pelle degli altri, si fa in fretta. Ma che possa capitare proprio a me, e quando non me l'aspetto, è una verità meno familiare e poco gradita.
Eppure realizza veramente la propria vita solo chi esce dalla stoltezza di dimenticare che la morte esiste. Perché il pericolo che incombe su ognuno è quello di lasciarsi talmente immischiare nel possesso delle cose da esserne posseduti; il pericolo è darsi talmente all'accumulo, non solo della roba ma di ogni bene passeggero da diventarne prigioniero. È il falso arricchire che, oggi più che mai, si rivela fragile e precario come tutto il mondo finanziario in bilico.
È il mio cuore profondo orientato a Dio, all'avvento del suo Regno, l'unica vera ricchezza: quella che mi dà pace in questa vita e dura nell'intramontabile gioia dell'oltre.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, considerando il mio legame con le cose e con il desiderio di ricchezza, mi situo al limite tra la vita e la morte e valuto come posso riorientare la mia vita.
Signore, fammi lucido e lieto nella certezza che morire in Te, è venire da Te dunque è un guadagno.
La voce di un Padre della Chiesa
Considerate quelli che hanno un'opinione diversa sulla grazia di Gesù Cristo... Stanno lontani dalla eucaristia e dalla preghiera perché non riconoscono che l'eucaristia è la carne del nostro salvatore Gesù Cristo che ha sofferto per i nostri peccati e che il Padre nella sua bontà ha risuscitato.
S. Ignazio di Antiochia

 

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