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TESTO Commento su Romani 4,18

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Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (15/10/2011)

Brano biblico: Rm 4,13.16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,8-12

8Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; 9ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.

10Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.

11Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, 12perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza.
Rm 4,18

Come vivere questa Parola?
La fede non è solo dono gratuito, ma dono destinato a tutti gli uomini, indistintamente. Paolo lo sottolinea con forza dimostrando come la promessa fatta ad Abramo non riguardasse la sola discendenza carnale né fosse assicurata dalla sola puntuale osservanza della Legge. Certo, Dio ha scelto Israele quale suo popolo, ma per affidargli una missione a vantaggio dell'intera umanità: tutti siamo suoi figli! La fede del grande patriarca che si è rivelata nel suo credere, rimanendo saldo nella speranza, anche là dove essa era messa a duro cimento, è l'unico motivo che gli ha garantito la paternità universale ed è anche il retaggio che egli ha lasciato a tutti noi. Non è facile continuare a credere quando sembra che Dio stesso si sia dimenticato di noi, che il male, la menzogna, gli intrighi abbiano la meglio e tutto travolgano avvinghiando e soffocando con i loro malefici tentacoli. È il momento di affidarsi con maggior abbandono a quel Dio che solo può gettare fasci di luce anche là dove le tenebre sono caligine densa. Magari gridando a lui come Giobbe. La fede non è una comoda avventura: è più facile tacitare la propria coscienza trincerandosi dietro pratiche e precetti umani che snaturano e sviliscono la stessa legge di Dio. Ma l'ultima parola, quella vincente è e sarà sempre la parola della fede.
Tornerò a tuffarmi, quest'oggi, tra le braccia di Dio col confidente abbandono del bambino tra le braccia della madre.
Signore, tu vedi, tu sai, tu puoi. Se nell'uomo non c'è che menzogna e inganno, in te c'è trionfo pieno della verità e dell'amore.
La voce di un grande Papa
Il realismo cristiano vede gli abissi del peccato, ma nella luce della speranza, più grande di ogni male, donata dall'atto redentivo di Gesù Cristo, che ha distrutto il peccato e la morte: "In Lui Dio ha riconciliato l'uomo con Sé.
Giovanni Paolo II

 

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