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TESTO Un banchetto per tutti i popoli

mons. Roberto Brunelli

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/10/2011)

Vangelo: Mt 22,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

"Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni". Questa, compresa nella prima lettura di oggi (Isaia 25,6-10), è una delle profezie con cui, secoli prima di Cristo, è stata annunciata l'universalità della salvezza: agli Israeliti, convinti che il Dio rivelatosi ad Abramo Isacco e Giacobbe, il Dio di Mosè e di Davide, sia il loro Dio, esclusivamente loro, il profeta dice che non è così. I discendenti di Abramo sono davvero i soli a conoscere il vero Dio; ma solo per adesso: in futuro, e proprio tramite loro ("su questo monte", cioè il monte Sion, Gerusalemme) Dio si rivelerà ("strapperà il velo che impedisce la vista") anche agli altri popoli, invitandoli all'amicizia con sé. Lo fa', il profeta, prospettando per tutti quello che allora poteva apparire sommamente desiderabile: un banchetto sontuoso, regale; in altri termini, una festa perenne nella quale, come dice poco dopo, sono bandite per sempre lacrime e morte.

Gesù, venuto a dare compimento a quanto preparato nell'Antico Testamento, riprende con una parabola (Matteo 22,1-14) l'annuncio di Isaia, aggiornandolo con quanto è accaduto nel frattempo. "Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze (...) ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero". E' trasparente qui il riferimento alla storia del popolo eletto, ai suoi tradimenti nei confronti di Dio, e in particolare, da ultimo, al rifiuto di riconoscere in Gesù il suo Figlio e far festa con lui.

All'aggiornamento segue nella parabola il preannuncio di quanto accadrà. "Allora il re disse ai suoi servi: 'La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze'. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali". Gesù prospetta così la sua Chiesa: gli apostoli non limiteranno l'annuncio della salvezza al solo popolo d'Israele; essi stessi, e poi i loro collaboratori e i loro successori, inviteranno anche tutti gli altri alla festa, vale a dire a conoscere Dio e familiarizzarsi con lui. Questa è la Chiesa: l'insieme di quanti hanno accolto la fede, e sin d'ora possono far festa perché sono amici di Dio, aperti a condividere il privilegio con coloro che vorranno associarsi. Non a caso la Chiesa si definisce cattolica, cioè universale: lo è, perché è presente in tutto il mondo, ma soprattutto perché è aperta ad accogliere tutti gli uomini.

La parabola potrebbe finire qui; invece presenta un'inattesa appendice: il re entra nella sala, e trova uno dei commensali senza l'abito nuziale, quello che il re stesso ha predisposto per tutti. Una grave mancanza di rispetto, il non volerlo indossare; una mancanza che comporta l'esclusione dalla festa. Non basta dunque aderire alla fede, entrando nella Chiesa: occorre starci onorevolmente, vestendo l'abito predisposto che è la grazia, l'impegno a evitare quanto a Dio dispiace, la coerenza tra fede e vita. Forse non tutti lo sanno: proprio questa appendice della parabola ha suggerito un particolare dei simbolici riti battesimali. Un tempo gli adulti, quando uscivano dalla vasca dove avevano ricevuto il battesimo, indossavano per otto giorni una veste candida, e anche oggi i bambini appena battezzati li si copre con un abitino bianco. E' un segno, è un richiamo: da figli di Dio, si deve stare al suo cospetto come si conviene.

 

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